TACENO – Sono iniziate le opere di restauro conservativo dell’oratorio San Giuseppe di Taceno.  L’intervento si inserisce nel progetto di recupero di beni storici ed artistici già realizzato dalla parrocchia di S. Maria Assunta con il restauro degli interni della chiesa sia per quanto concerne le parti architettoniche sia per quelle pittoriche.

Il  recupero in atto consente di valorizzare e mantenere il “recinto sacro” (così si usa chiamare oggi il luogo, all’interno di un paese o di una città, deputato al sacro chiaramente rintracciabile nel contesto urbano entro ben definiti confini, n.d.r.).

All’interno del  “recinto sacro” di Taceno si trovano la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, l’oratorio della Confraternita del SS. Sacramento o di San Giuseppe, le cappellette della Via Crucis, l’ossario, il monumento ai Caduti e il cippo commemorativo dell’ANA.

Il costo dei lavori è di 50.000 euro di cui 15.000 sono un contributo della Fondazione Provincia di Lecco (bando 2013). e 13.000 euro circa arrivano da donazioni. Mancano all’appello circa 22mila euro che devono essere ancora raccolti. Il direttore dei lavori è l’architetto Alberto Nogara

 

L’ORATORIO SAN GIUSEPPE DI TACENO
(tratto dal libretto La Chiesa di S. Maria Assunta in Taceno
di Marco Sampietro realizzato in occasione del restauro della stessa)

 

L’oratorio dedicato a S. Giuseppe o chiesa dei Confratelli del Ss. Sacramento
sorge sul lato nordorientale del sagrato della chiesa. Fu progettato nel 1854
dall’ing. Giuseppe Arrigoni di Introbio e venne edificato nel 1855 dalla locale
confraternita del Ss. Sacramento che lo adibì a propria sede per incontri di
preghiera o di catechesi. Con il mutar dei tempi, persa l’antica importanza
rivestita dalla confraternita, l’oratorio, ormai inutilizzato, fu totalmente
spogliato dei suoi arredi e abbandonato. Rifatto il tetto nel 1960, oggi tutta la
struttura presenta segni di profondo degrado (la copertura della sacrestia è da
tempo crollata) e viene utilizzata come deposito e come sala per esposizioni di
beneficenza.

Fernando Manzoni