PARCO FAUNISTICO: LA VICENDA FINISCE IN PROCURA. INTANTO LA PROVINCIA SMENTISCE IL SINDACO DI MARGNO



MARGNO – Nuovi e decisamente importanti sviluppi nel caso del parco faunistico delle Betulle. Ad una settimana dal tentativo di cattura degli animali, cui seguì la morte di una cerva, la vicenda finisce in Procura. Il Corpo Forestale dello Stato ha infatti depositato questa mattina negli uffici del Pubblico ministero la documentazione raccolta nella prima fase delle indagini.

> Ripercorri qui tutta l’intricata vicenda

forestale Andrea TurcoCome riportato dal comandante della Forestale Andrea Turco, l’istituto di profilassi ha confermato che la cerva deceduta aveva gli organi interni perforati da una costola rotta. Ciò dimostrerebbe la necessità di approfondire la dinamica del trauma per stabilire eventuali responsabilità.

Inoltre resta da chiarire a chi appartengano gli animali ospitati nel recinto e quale fine abbia fatto il capriolo che non è più presente nel parco faunistico. A tal proposito i forestali non escludono alcuna ipotesi, l’animale potrebbe essere stato rubato, ma in questo caso mancherebbero denunce del reato; non trascurabile che qualcuno abbia indebitamente, o comunque senza apposite pezze giustificative, venduto o trasferito il capriolo. Particolare attenzione infine viene data all’eventualità che l’ungulato possa essere stato mandato al macello: in questo caso occorrerebbe anche capire quale sia stato il metodo di cattura perché l’eventuale utilizzo di un sedativo fermerebbe la macellazione del capo.

Secondo e determinante aggiornamento mette oggi in discussione i fatti di domenica 6 dicembre, così come raccontati dallo stesso primo cittadino di Margno, Giuseppe Malugani. Ebbene, il personale che nel giorno di festa è entrato nel recinto per radunare e trasferire gli animali non aveva alcuna autorizzazione. Che i “cacciatori” avessero avuto il benestare del sindaco o del liquidatore della cooperativa sociale che ha abbandonato il parco e i suoi animali non ha alcuna importanza legalmente parlando: l’unica autorizzazione valida per provvedere alla cattura degli animali doveva passare dagli uffici della Provincia di Lecco. Esiste in tal senso una Determina, la n° 742 del 9/12/2015, documento pubblicato appunto solo mercoledì 9 dicembre, e dunque valido da quella data in avanti, tassativamente non prima (quindi nemmeno la domenica del 6 dicembre).

parco faunistico betulle cervi 3“Nella sostanza il documento era già pronto venerdì 4 dicembre – spiega il responsabile del procedimento Marco Aldrigo – ma prevedendo un impegno economico era necessario anche l’assenso della ragioneria contabile: la firma del Vicario del Dirigente Adolfo Faletra risale al 9 dicembre, e quindi solo da quel momento la Determina ha avuto valore”. Tutto ciò che è stato fatto prima di quell’atto è stato dunque fatto al di fuori di ogni ufficialità.

Ancora, l’autorizzazione della Provincia proviene dal sollecito del sindaco di Margno che ha legittimamente lamentato di non poter continuare a mantenere gli animali del parco, poiché non sono di proprietà del Comune.

parco faunistico betulle cervi 5Nello specifico la Provincia autorizza il nucleo faunistico della Polizia provinciale alla cattura mediante telenarcosi degli ungulati presenti nel recinto del Centro Faunistico di Pra’ Cainarca, fino al recupero delle cerve di proprietà della Provincia di Lecco e dei loro piccoli. Dunque affida all’Azienda Agricola Valsecchi Celeste di Introbio il trasporto degli animali catturati fino alle proprie strutture e alla stessa Azienda Agricola affida la custodia temporanea degli animali di proprietà della Provincia di Lecco (2 cerve femmine e i loro piccoli) fino alla definizione dell’iter di vendita mediante pubblica asta. Infine l’azienda riceverà la somma forfettaria di 120 euro a settimana per mantenere gli animali.

Il documento oggi è valido e di fatto potrebbe essere prossima la cattura ed il trasferimento a Introbio degli animali del Parco faunistico. Tuttavia il coinvolgimento della Procura della Repubblica e i dubbi sull’effettiva proprietà degli animali potrebbero imporre lo status quo sulla situazione del Parco, oltre al fatto che, se la Provincia avesse ragione nell’attribuire a sé la proprietà delle due cerve, una di queste ora è morta.

Cesare Canepari

 

 

 

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