VALSASSINA – Il tema della fusioni e delle gestione associate dei servizi è affascinante e comporta una riorganizzazione di un modello, quello dei Comuni, che non regge più il passo con i tempi. Non è una questione di costi, infatti – su questo aspetto piovono molte critiche- : le unioni dei Comuni sono delle ulteriori sovrastrutture che aumentano le spese, ma il nodo centrale è garantire servizi migliori ed efficienti . Se pensiamo che nei nostri Comuni ci sono impiegati che fanno un po’ di tutto e vanno bene abbiamo preso una strada sbagliata .Oggi la sfida è avere una classe di funzionari con competenze specifiche che non si limitino a fare il proprio compitino ma abbiano capacità progettuale, di sapere concorrere a bandi regionali ed europei e che sappiano trovare risorse…. È finito il tempo di massacrare il territorio per incamerare oneri di urbanizzazione.
Quello che è emerso in un recente confronto in Comunità Montana (lo ha dichiarato Daniele Nava in margine a quell’assemblea) è che la Regione intende investire in due progetti per le gestioni associate dei servizi in Valsassina. Il primo è uno studio di fattibilità per la fusione dei paesi dell’attuale Unione dei Comuni della Valvarrone. Il secondo studio riguarda le gestioni associate per quanto riguarda la media Valle.
Ovviamente il tutto non nasce “per caso” ma segue la cronologia della politica e dell’amministrazione pubblica. Non a caso infatti di questi studi si è cominciato a parlare appena insidiato Carlo Signorelli come presidente della C. M.
Altrettanto evidentemente, il quadro normativo non è semplice: si opera infatti in una “confusione legislativa” nazionale non di poco conto. Ad esempio nel decreto ‘Mille proroghe’ Renzi ha spostato avanti di un anno (al 31/12/2016) l obbligo delle gestioni associate obbligatorie. Si è perso il conto, ormai, delle proroghe: basti dire che il tutto parte dal Decreto Legge 78/2010 firmato Calderoli… Insomma, a furia di rinvii anche le gestioni associate hanno perso credibilità e spesso non si attua quel risparmio tanto sperato.
Ma torniamo ai nostri territori: l’Unione della Valvarrone lo scorso anno ha percepito come contributo dalla Regione circa 115.00 euro, mentre quella del Centro Valsassina circa 81.000.
Se l’Unione della Valvarrone optasse per fondersi in un Comune unico prenderebbe i contributi statali che proprio nel 2015 sono stati raddoppiati (stiamo parlando di un 40% in più del trasferimento statale ai Comuni per dieci anni) ma perderebbe quelli regionali. Quindi su sollecitazione del sindaco di Introzzo e di alcuni sindaci di altre località in condizioni simili è stato modificato il regolamento per i contributi all’Unione, inserendo una norma che stabilisce come le Unioni che si trasformano in fusioni percepiscano per un anno un contributo pari a quello che percepivano come Unione.