VALSASSINA – È il tema politico del momento in Valsassina dove si inizia a parlarne insistentemente su più tavoli: è possibile accorpare più Comuni riducendo così il numero di amministrazioni e guadagnando in peso politico e gestione dei servizi?

Una tematica sentita e che annovera una vasta schiera di sostenitori, almeno sulla carta, e che viene ripresa a più battute anche se al momento non sembra realisticamente percorribile. Sul tappeto rimangono infatti troppi nodi da risolvere e un percorso politicamente complesso che è un deterrente più che sufficiente per una flebile volontà politica. Gli amministratori arrancano infatti tra le difficoltà del quotidiano nella vita dei paesi e difficilmente potranno riuscire nell’immediato ad essere i pionieri delle agognate fusioni. Un gioco a specchi dove, forse, si attende solo qualcuno che trovi il coraggio politico per mettere in pratica ciò di cui gli altri solo parlano.

A riguardo l’obiettivo è puntato sull’Unione dei comuni della Valvarrone che sembra racchiudere le possibilità e la solidità amministrativa per poter raggiungere l’ambizioso obiettivo. I più sono in ogni caso concordi nel riconoscere che in realtà i comuni si potranno accorpare solo a seguito di provvedimenti arbitrari e calati dall’alto.

Sul tappeto rimane in realtà l’effetto “Cesello Brianza” perché anche se nessuno ne parla si teme che la fusione, oltre alle difficoltà insite nel procedimento, con il passare del tempo possa non essere definitiva e cedere sotto i colpi del campanilismo e di interessi contrapposti. E’ appunto quanto in passato successe a Cesello Brianza: Il comune venne costituito nel 1927 con i soppressi comuni di Cesana Brianza e Suello e sulla scia degli accorpamenti voluti dal fascismo e che, come noto, hanno rivoluzionato anche i confini della Valle. Terminati i venti di guerra il campanilismo e le differenze tra i comuni costituenti ripresero vigore e nel 1955 il Comune di Cesello Brianza venne nuovamente ripartito tra i ricostituiti comuni di Cesana Brianza e Suello.

R. P.