AL VIA IL PROCESSO PER LA MORTE DI UN ALPINISTA 52ENNE. ALLA SBARRA IL MEDICO DI GUARDIA AD INTROBIO



LECCO – Prima udienza con rinvio al Tribunale di Lecco avanti al G.U.P. per la morte avvenuta 1l 13 aprile 2014 di un alpinista di 52 anni di Annone Brianza, Luca Borghetti, colpito da un malore mentre stava arrampicando in compagnia sulle placche vicino alla Cademartori. L’uomo era poi spirato durante il trasporto al  “Manzoni” di Lecco, a causa di un infarto. Si era sentito male in precedenza ed era stato accompagnato alla Guardia medica di Introbio Sceregalli da un amico e compagno di arrampicate. Ma gli era stato detto che lì non erano attrezzati per accoglierlo, suggerendo l’ospedale. Sfortunatamente, una volta arrivato al PS di Lecco Borghetti aveva già subito l’arresto cardiaco fatale e nonostante le manovre specifiche alle quali era stato subito sottoposto è deceduto.

Una morte che si poteva evitare? Se ne occuperà la giustizia, chiamata a chiarire se il dottor Furio Riccio, allora medico di guardia ad Introbio, abbia seguito correttamente tutti i protocolli del soccorso e dell’assistenza (l’ipotesi di reato a suo carico è quella di omicidio colposo). Intanto però la prima udienza avanti il Sostituto Procuratore Zannini e il G.U.P. Salvatore è stata subito rinviata perché quest’ultimo era in situazione di “legittimo impedimento” avendo seguito la prima parte delle indagini sulla vicenda. Il fascicolo relativo è stato quindi trasmesso al giudice Massimo Mercaldo.

Prossimo passaggio in aula il 22 marzo; il difensore del medico di guardia, l’avvocato Rocco Giovinazzo, ha annunciato che non farà richiesta di riti alternativi in caso di rinvio a giudizio del suo assistito.

DA LECCONEWS/
IL RACCONTO DRAMMATICO DELLE ULTIME ORE DI BORGHETTI

 

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