IL DOMENICALE DI R.B./”LA PIOVERNA DAY” O IL GIORNO DELLA MEMORIA?…



Akuaduulza akuaduulza quanta acqua impienìss questi oecc
acqua negra e senza culpa, acqua santa senza resònn
(Akuaduulza – DVDS – 2005)

Oggi parliamo un po’ di fiumi.

Il DanubioSì, perché mi piace pensare alla storia dell’acqua che nasce e comincia a scorrere, ma questo ve l’ho già detto tempo fa elogiando la Fontana del Vacch.

Sulle mie strade, meno spesso di quanto vorrei, incontro il Danubio e mi affascina  il suo incedere  maestoso, la sua apparente lentezza, le sue rive che raccolgono acque di mezza Europa destinazione  Mar Nero; penso a Sils, Engadina, alle sorgenti dell’Inn qui vicino, un’ora di strada. E a quell’acqua che le leggi della fisica costringono a viaggiare verso nord, fino al Danubio, appunto, tanto che io, a distanza di mille chilometri posso cercarle tra la corrente.

A  inizio anno galleggiavo su un altro fiume patrimonio della storia dell’umanità. Panorama diverso quello del Nilo rispetto al Danubio, ma la scena è sempre la stessa: l’acqua che accoglie attorno a sé la vita.

Il NiloNel caso del Nilo, poi, è acqua che dà la vita, altrimenti sarebbe il deserto.

E che siano feluche, hotel galleggianti o chiatte piene zeppe di container poco importa.

Come diceva il grande Lucio “il fiume va, e sa dove andare”, a differenza di molti abitanti del Pianeta Azzurro in diaspora verso mete che ogni giorno sembrano spostarsi un passo più in là.

Poi c’è un altro fiume, senza pescherecci o vestiti da sera che vi si agitano sopra; è un fiume modesto, niente di eccezionale, anche corto se volete, e probabilmente nemmeno tanto interessante dal punto di vista naturalistico.

pioverna pista (7)E’ il fiume sacro dei valsasnatt dove andavamo a fare il bagno da ragazzi, che qualche volta tentavamo di attraversare bagnandoci inevitabilmente scarpe e calze con tutto quello che ne conseguiva una volta rientrati a casa; il fiume dove sono nate e cresciute leggende di pescatori; che ha dato acqua e forza alle turbine delle vecchie officine; il fiume che ci impaurisce ogni volta che diventa color caffellatte e la cui potenza sembra non avere limiti.

Nasce nel silenzio delle radici della Grigna e finisce in un Orrido frastuono prima di sciogliersi nel Lago: si chiama Pioverna (ma va là?), anzi, si chiama “la” Pioverna, anche se a Barzio c’è un leone che continua a ruggire non domo a cui “ eco fa il Pioverna”.

Niente di male. In tempi come questi in cui la confusione sui generi è pressoché totale, continuiamo a custodire questo misterioso dubbio tramandatoci dal tempo e dalla tradizione: un “la” o un “lo” non si negano a nessuno e sono diventati spesso intercambiabili, e così sia.

ESPROPRIO PUBBLICA UTILITAVa bene, direte voi (e, se lo permettete, lo dico anch’io), e adesso?

Vi dico che c’è una parola che faccio fatica a mandar giù: la parola in questione è “esproprio” (e vi risparmio la definizione).

Sì, perché ai più non sarà sfuggita la notizia dell’avvio della procedura di esproprio di aree interessate  dalla costruzione di una “derivazione d’acqua ad uso idroelettrico dal torrente Pioverna”, pubblicata su questo giornale in settimana.

Ok, dirà qualcuno, l’Enel vuole fare corrente. Energia pulita, basta petrolio, “- auto + treno” come c’è scritto all’ingresso di una galleria alla periferia di Colico. Iniziativa lodevole, bene, bravi, bis, anzi, addirittura, tris.

Sennonché a calare il poker non è l’Enel o la Edison, bensì un costruttore di prefabbricati con sede nella vicina Valtellina.

E sapete cosa farà di bello il costruttore di prefabbricati? Siccome è il suo lavoro, realizzerà  ”una condotta in calcestruzzo armato avente diametro esterno di 3 m, una lunghezza di 1500 m circa e tracciato previsto interamente in sponda destra del torrente Pioverna”.

Premesso che la predetta società avrà certamente tutte le carte in regola ed avrà agito nel pieno rispetto della legge, questa operazione mi sta lo stesso sulle balle come la parola esproprio, se non di più.

Mi  chiedo anche  cosa c’azzecchi un costruttore di prefabbricati con la produzione di energia elettrica: ammetto una profonda ignoranza e sarebbe bello se qualcuno colmasse le molte lacune che leggendo certe notizie mi accorgo di avere per mia colpa, mia grandissima colpa.

Il Pioverna

Ma dico, l’avete vista la Pioverna come è conciata? In alcuni punti è una pietraia, in altri un acquitrino da dove le trote, se potessero, se ne andrebbero di corsa (a nuoto no, non ci riuscirebbero); per non  parlare degli argini che le stanno cadendo intorno e del cemento che anni di Magistrati del Po le hanno fatto colare addosso.

Adesso le faranno un enteroclisma (cioè un bel clistere) con una siringa larga 3 metri e lunga 1.500 che faccio fatica ad immaginare, così come faccio fatica a immaginare, soprattutto vista la situazione idrica odierna, dove prenderanno l’acqua per riempirla.

In queste settimane in cui tutti organizzano un “day”,  ne propongo anch’io uno: “La Pioverna Day”, per la nostra acqua, per la nostra Valle, per non continuare a farci fare enteroclismi indesiderati, per la nostra vita e per evitare di dover, in futuro, celebrare un altro pericoloso  tipo di giorno per il nostro fiume.

Il giorno della memoria.

Buona domenica.

 

 

 

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