PAOLO RUMIZ PORTA EMOZIONI E RIFLESSIONI A PASTURO PARLANDO DELLA GRANDE GUERRA



PASTURO – Più di duecento persone hanno assistito emozionate e in rispettoso silenzio mercoledì sera a Pasturo all’incontro con il  giornalista e scrittore friulano Paolo Rumiz che ha affrontato il tema “I sentieri del sangue perduto” raccontando a modo suo i fatti della Grande Guerra. Serata organizzata all’interno dell’ampio programma di Leggermente.

rumiz (2)Rumiz, definito “il pellegrino laico” da Carlo Amanti ex dirigente dell‘Ics Giovanni Bosco di Cremeno che ha introdotto l’autore alla serata, ha spiegato come ha imparato ad amare la scrittura e come alcuni eventi l’abbiano portato a cambiare il suo stile nello scrivere.

“Al ritorno del mio viaggio per le terre dove si era combattuta la Grande Guerra dove ero andato per conoscere i luoghi dove mio nonno aveva passato anni terribili, ho portato con me dei piccoli ma significativi ricordi” ha spiegato lo scrittore, “dei mirtilli, delle pesche o dello champagne, tutti prodotti nati nei campi dove vi è stata la guerra, loro sono i veri testimoni di quanto di terribile è accaduto in quei posti e di come la vita è continuata a scorrere in quei luoghi anche dopo i fatti più terribili” ha commentato emozionato Rumiz.

Per il giornalista friulano, la memoria è l’antidoto per evitare nuove guerre e ha spiegato che per lui “commemorare i caduti davanti ai monumenti non ha un senso, bisogna tornare nei luoghi dove la guerra è arrivata e sentire con la propria pelle gli odori, i suoni e le voci che ancora risuonano in quei posti”.

rumiz (6)Bisogna avere il coraggio di camminare, ha affermato lo scrittore, “perché si scrive soprattutto coi piedi, chi cammina sincronizza il cuore, il respiro e le proprie gambe e questo miscuglio fa aprire le nostre anime al bisogno nascosto di molti di noi di raccontare delle cose a volte terribili in modo semplice”.

Dopo l’introduzione, Rumiz ha messo in atto quello che aveva appena detto raccontando in parole povere ma dirette e sincere la Grande Guerra. L’autore ha parlato dei rumori dei cannoni che hanno dominato lo scenario dal 1914 al 1918, “si, perchè la Grande Guerra si è combattuta non dal ’15 ma dal 1914 quando molti nostri ragazzi sono andati al fronte, tanti di loro indossando le divise austroungariche, altri quelle italiane, ma alla fine la guerra sanguinosa e senza senso ha messo insieme delle vite dietro le trincee e nei campi di battaglia”.

La platea del cinema Colombo ha assistita emozionata allo scorrere di parole che dal palco Rumiz versava sui presenti e non sono mancate le lacrime ma anche i sorrisi perchè, come spiega lo scrittore, “anche nel parlare della guerra si può sorridere”.

rumiz (4)Rumori, ma pure odori, profumi intensi sono i ricordi che ci sono arrivati dai familiari dei combattenti che a loro volta hanno raccolto le testimonianze dei loro cari, reduci delle terribili battaglie. “Quando sulla frontiera tra Italia e Austria migliaia di ragazzi hanno dovuto passare mesi e mesi rinchiusi nelle trincee fermi sul posto, gli odori della zuppa degli “avversari” o i canti natalizi che si ascoltavano dall’altra parte hanno fatto della guerra un fatto normale e quasi umano, che in realtà ha provocato morte e distruzione per un capriccio di carattere economico, poiché, ieri come oggi, la guerra ha le sue radici nel vendere un prodotto e produrre quello che occorre per fare la guerra”.

“Siamo in guerra da cent’anni e non ce ne rendiamo conto, e con la guerra l’economia di molti paesi continua ad andare avanti, perché le nostre guerre, dal ’15 ad oggi sono guerre industriali ma i ragazzi di ieri come i soldati di oggi non devono essere semplici numeri ma uomini con dei sentimenti e voglia di rifarsi una vita” ha concluso lo scrittore.

Fernando Manzoni

 

 

 

 

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