BARZIO – Si è armonizzata di note alpine la parrocchiale neoclassica S. Alessandro di Barzio, in una serata di primavera ancora incerta. Accanto al magistrale organo Mascioni si sono esibiti con grande classe e compostezza due tra i cori alpini dell’area lecchese; il coro I Vous de la Valgranda di Ballabio, diretto da Riccardo Invernizzi e il coro Alpino Nives di Premana, diretto da Francesco Bussani.
Le due formazioni hanno rappresentato l’intera Valsassina, essendone per sede, uno alle porte e l’altro all’estremità maggiore. Il concerto ha rappresentato un momento di festeggiamento ufficiale del Gruppo Alpini di Barzio nel novantesimo anniversario dalla nascita, e ha accolto la premiazione della Scuola primaria Giovanni XXIII di Cassina che negli elaborati degli alunni, ha rappresentato i molti valori alpini e le caratteristiche a dir poco uniche delle “penne nere”.
I direttori dei cori, entrambi giovani maestri, rappresentano la speranza per la pagina fondamentale del canto di montagna, ed alpino, come in questo caso. Raccolgono il forte richiamo di un territorio che da oltre cinquant’anni vive il canto come forma di aggregazione e conferma dei principi etici e morali di una comunità, perché non si vive l’esperienza corale per ricevere applausi alla fine dei brani, bensì si canta per il valore stesso della condivisione di un’esperienza comune difficile ma vera e profonda, che mette alla prova ma dona al pubblico un momento per emozionarsi, attraverso quella che è stata la vera storia e la sofferenza degli alpini.
L’approccio con le scuole è ancora timido, dovrebbe prevedere progetti creativi più strutturati, ma è certamente questo un inizio meritevole, che lega gli alunni ad una memoria non poi così remota e crea un aggancio diretto col territorio circostante. Oltre i brani eseguiti del celebre compositore Bepi de Marzi, primo portatore del canto d’autore di montagna, sono stati particolarmente toccanti “Bandiera Nera” nell’armonizzazione del M° Giuseppe Scaioli eseguito dai Vous de la Valgranda, con un trasporto emotivo notevole, e “La cieseta de Transaqua” nell’armonizzazione del M° Francesco Sacchi, sorprendente, insolita, ma non slegata dalla sonorità originale, ed eseguita dal Nives.
A cori uniti, prima del classico finale alpino “Signore delle cime“, un inaspettato “Improvviso” di De Marzi, il canto che racchiude nella sua apparente semplicità, tutta l’armonia del creato e la gioia dell’amore senza fine, che culmina con l’incanto del tramonto. Tra i cori si è percepita una sana e reciproca stima, così come si conviene al comportamento degli alpini, che più che mai, vicini al XXV aprile, ci possono guidare ed orientare.
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Michele Casadio
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