MILANO – “Vedevo le immagini dei bambini martoriati e volevo andare in Siria per aiutare la popolazione, non per arruolarmi nell’Isis”. Queste le parole di Abderrahim Moutaharrik, il lecchese sospettato di legami con lo Stato islamico e quindi arrestato insieme alla moglie e ad altri quattro sospetti terroristi.
Oggi Moutaharrik è stato interrogato dal gip della Procura di Milano Manuela Cannavale e come riferito dal suo avvocato difensore il pugile di Valmadrera e la moglie non avevano intenzione di organizzare attentati in Italia, dove viva da quando era bambino. “Le mie sono solo fanfaronate al telefono” avrebbe riferito all’avvocato.
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