PREMANA – In questo maggio che inizia ad assomigliare ad un… novembre, cresce l’interesse per i temi collegati al riscaldamento – in zone come le nostre dove necessariamente si deve affrontare il problema del freddo. Recentemente abbiamo pubblicato un ampio speciale dedicato alla cosiddetta Biomassa Legnosa; dopo i dati generali su risparmio energetico e compatibilità ambientale di questo tipo di caldaie, passiamo ad approfondire il tema grazie all’intervento di un “addetto ai lavori”, l’ingegnere premanese Mauro Spazzadeschi che ha maturato un’esperienza specifica anche grazie a corsi sostenuti in Alto Adige (la “patria” di questo comparto in Italia).
Ecco l’intervista realizzata da VN con spiegazioni pratiche in materia:
Come Valsassinanews abbiamo proposto una scheda sul tema della Biomassa Legnosa; cosa ci può dire in proposito?
Ho letto la vostra scheda con interesse e come addetto ai lavori non posso che confermare quanto indicato nell’articolo; la Biomassa può rappresentare, anche per il territorio valsassinese, una valida alternativa sia in termini economici che ambientali, per il riscaldamento di case ed attività.
Ma in Valle tutti tagliano legna da anni; questo non è sfruttare la biomassa legnosa?
Certamente stufe e camini possono considerarsi un sistema di sfruttamento della biomassa legnosa, caratterizzato però da efficienze davvero basse che fanno si che gran parte del calore, che la biomassa possiede e che dovrebbe servire per riscaldare gli ambienti, finisca in atmosfera sotto forma di fumo di scarico.
Esistono quindi tecnologie in grado di sfruttare la potenzialità della biomassa in un modo più efficiente?
Sicuramente! Le nuove caldaie a gestione completamente elettronica, dotate del recupero dei fumi di scarico e di opportuni serbatoi di accumulo, permettono di sfruttare il potenziale della biomassa con efficienze superiori al 90% con grandi benefici in termini economici ed ambientali
Questi impianti sono poco diffusi da noi; in Italia queste tecnologie sono utilizzate?
Per rispondere a questa domanda si dovrebbe partire da un fattore culturale; queste tipologie di impianti sono legati ad una filosofia ambientale di utilizzo delle risorse locali e della cosiddetta filiera del legno. Queste tecnologie sono state progettare e impiegate in modo sistematico in Austria e nel Trentino Alto Adige, dove si ha la cultura del bosco, la cultura di un utilizzo sostenibile delle risorse del territorio con benefici in termini ambientali, economici ed occupazionali.
Vede la possibilità di una diffusione di questi impianti anche in Valsassina?
Non è facile dirlo perché tutto dipende da un cambio di mentalità nella gente, che dovrebbe considerare che, a fronte di costi d’impianto più alti rispetto a quelli di un classico impianto a metano, lo sfruttamento della biomassa porta ad un risparmio molto sostanzioso nel medio periodo. Basti pensare che rispetto ad un impianto di riscaldamento a gasolio o a GPL, l’utilizzo della biomassa con impianti di ultima generazione porta ad avere un risparmio anche del 60%.
Come mai ha deciso di occuparsi di biomassa?
Ho deciso di occuparmi degli impianti a biomassa soprattutto per ragioni ambientali, avendo creduto da sempre nell’utilizzo di energie rinnovabili e nella sostenibilità ambientale; i corsi specialistici fatti poi presso le ditte altoatesine non hanno fatto altro che accrescere la mia convinzione che questa strada, che queste tipologie d’impianto, possano davvero essere un’alternativa valida per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili per il riscaldamento degli ambienti, creando un ciclo virtuoso in termini di risparmio economico e di uso sostenibile della risorsa boschiva locale.
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Per approfondimenti e ulteriori informazioni:
Studo Tecnico Mauro Spazzadeschi
Tel. 0341/890316 – 320 0356612
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