BARZIO: MEDAGLIA D’ONORE PER BORTOLO SCANDELLA, ALPINO INTERNATO NEI LAGER NAZISTI



BARZIO – “Di quattrocento che eravamo riusciamo a salvarci in poche decine; gli altri restano là, in mezzo alla neve, schiacciati dai carri armati”. Sono i ricordi di Bortolo Scandella, barziese coinvolto nella campagna di Russia, e che il 2 giugno verrà ricordato con una medaglia d’onore in sala Ticozzi, a Lecco.

Un altro barziese riceverà tra pochi giorni un riconoscimento per i tragici fatti del secondo conflitto mondiale. Martedì 31 maggio l’intitolazione al presidente Sandro Pertini del centro sociale di Germanedo, a Lecco, sarà occasione per consegnare un riconoscimento al partigiano Giancarlo Salvi insieme ad altri esponenti lecchesi del movimento di Liberazione.

Giovedì due giugno, durante le solenni celebrazioni per la Festa della Repubblica, una medaglia d’onore della Presidenza della Repubblica verrà consegnata ai famigliari di ANA Barzio bortolo scandellaBortolo Scandella, alpino barziese, reduce di Russia, deportato e internato nei lager nazisti.

>> Nella foto, sulla sinistra il figlio Giambattista, attuale capogruppo
dell’ANA di Barzio
.

Dopo la Seconda guerra mondiale Bortolo tornò a Barzio e fu anche capogruppo della locale sezione ANA che ancora lo ricorda con questo suo racconto della battaglia di Nikolajevka, del 26 gennaio 1943.

“…vengo chiamato dal Capitano che mi presenta la gravità della situazione e mi ordina di partire per comunicare con il comando. Mi suggerisce come compagno di viaggio uno di Barzio che era con me: mi oppongo a questa scelta, perchè nell’eventualità di non riuscire nell’impresa, saremmo caduti in due di Barzio. Chiedo che sia un altro a venire con me, così partiamo, in tre, perché a noi due ne viene aggiunto un terzo. Ottanta chilometri, sulla neve! Di notte! Tra i boschi, a 43 gradi sotto zero! A un certo punto, il mio compagno di viaggio ha un principio di congelamento al naso. Non possiamo abbandonarlo, ma anche il continuare è rischioso. Fortunatamente incontriamo una tenda italiana di assistenza e ve lo lasciamo. Ripartiamo in due e arriviamo sfiniti al comando, ma dobbiamo subito riprendere la via del ritorno con l’ordine di partenza immediata per la ritirata. Io devo guidare la ritirata della retroguardia e partire alle sei di sera. I miei ragazzi protestano: non vogliono restare a tenere la linea fino a quell’ora; saremo massacrati, dicono, vogliamo partire anche noi subito! Riesco a fatica a convincerli ad aspettare.
La ritirata è indescrivibile… ad un certo punto, quattro carri armati nemici ci sorprendono in un campo di neve: iniziano un carosello terribile. Di quattrocento che eravamo riusciamo a salvarci in poche decine; gli altri restano là, in mezzo alla neve, schiacciati dai carri armati. E’ di fronte a uno spettacolo così terribile che oso chiedermi: ma se Dio c’è perché permette simili mostruosità? Può sembrare una bestemmia, ma era un grido di dolore…”

Di seguito la lettera con la quale lo scorso anno il sindaco di Barzio portava all’attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri la storia del concittadino Bortolo Scandella.

2016.06.02 MEDAGLIA SCANDELLA BORTOLO-01

 

 

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