BARZIO – Benedetta da don Lucio, alla presenza di don Alfredo che nel 1994 la fece costruire, la cappelletta di S. Eustacchio, sistemata e abbellita grazie al prezioso lavoro dei cacciatori di Barzio e dell’altopiano.
Importante anche il lavoro del noto artista Afran che ha recuperato l’affresco raffigurante il santo all’interno della cappelletta. Presenti alla cerimonia di benedizione anche il presidente Federcaccia Provinciale di Lecco Luigi Carissimi e il presidente del Comprensorio Alpino di Caccia Prealpi Lecchesi Roberto Combi.
dal Libro di Federico Oriani “le strade di Barzio”
S. Eustacchio (II sec.)
Come per molti altri tra i primi martiri, sono stati sollevati dubbi sulla sua storicità. La tradizione ricorda che era un generale pagano convertito al cristianesimo dopo l’apparizione di una Croce luminosa recante la figura di Gesù tra le corna di un cervo che stava cacciando. Una vicenda analoga è raccontata anche per S. Uberto, ricordato a Introbio da una moderna santella.
A Barzio un’antica cappelletta fu distrutta nel 1961 per allargare la strada che porta alla funivia. Nel 1994 il sacello è stato ricostruito in virtù della devozione dei barziesi a questo Santo: una statua era sull’altar maggiore quattrocentesco della chiesa parrocchiale, e per tutto il Cinquecento era dedicatario di una cappella di cui si conserva la predella con raffigurata la caccia del cervo riprodotta fotograficamente all’interno dell’edicoletta.