BERGAMO – Condannato all’ergastolo il muratore di Mapello Massimo Bossetti, ritenuto colpevole dopo dieci ore di camera di consiglio dalla Corte d’Assise di Bergamo per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. Il fatto drammatico era avvenuto sei anni fa al confine tra Chignolo d´Isola e Madone, suscitando profonda emozione e sdegno. L’eco dell’orrendo episodio di cronaca nera era giunta fino dalle nostre parti, anche perché testate e fogli on line avevano riportato una falsa “pista valsassinese”. Tutto perché un furgone bianco di proprietà di “un introbiese” con precedenti per atti osceni e tentata violenza, sostò per qualche tempo in quel di Renate.
Contattata da Valsassinanews, la Polizia Locale di Renate smentì totalmente la cosiddtta (e dunque solo presunta) pista introbiese: “Abbiamo informato giorni fa gli inquirenti, i quali però ci hanno fatto sapere che le caratteristiche del furgone in questione non coincidono con quelle del veicolo segnalato la sera della scomparsa della ragazzina”. Anche sull’identità del proprietario del mezzo parecchi i dubbi – si trattava probabilmente di una persona originaria di Bellano – ed ecco che l’immaginario filo rosso tra Brembate e Introbio si spezzò in breve.
> LA CONDANNA DI BOSSETTI da Repubblica.it
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DAL NOSTRO ARCHIVIO:
Yara, che ‘bufala’ la presunta pista introbiese
E la “notizia” starebbe nel fatto che un furgone bianco di proprietà di “un introbiese” con precedenti per atti osceni e tentata violenza, sosta da qualche tempo in quel di Renate. Che c’entra con Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate Sopra? Nulla, se non che un furgone, sempre bianco, è stato notato nel paese bergamasco la […]