BARZIO – Non lasciano dubbi le reazioni dei valsassinesi sulla pagina Facebook di Valsassinanews alla notizia della visita di Matteo Salvini alla Sagra delle Sagre. Pochi i soddisfatti, nettamente più numerose le opinioni polemiche e gli attacchi al leader del Carroccio.
La bacheca social di un quotidiano locale non può ovviamente aver pretese di statistica, tuttavia ben definisce l’atmosfera che viene a crearsi attorno a una notizia. È il caso della presenza di Salvini in Sagra, che non si può dire sia stata ben accolta dai nostri lettori appunto più social. L’appellativo “Buffone” si spreca, c’è chi ironizza sul “quando c’è da mangiare esiste anche la Valsassina” e chi nota il sindaco di Barzio che lo tiene sotto l’ombrello; e ancora quanti, calendario alla mano, fanno notare che per la fiera del becco si è sbagliata stagione. Infine qualche lettore rimprovera persino VN per aver raccontato l’avvenimento.
Impalpabile invece la fazione dei “pro“. Aspetto che non può passare inosservato innanzitutto perché stiamo parlando di Matteo Salvini e checché se ne dica ad oggi rappresenta l’unica opposizione di destra al governo Renzi ma, aspetto non secondario, è una figura che fa dello scontro, anche feroce, il suo cavallo di battaglia. Ci si poteva attendere di conseguenza un confronto anche tra i lettori di VN, sostenitori o detrattori, e invece praticamente nulla. Eppure – altro fattore da non sottovalutare – è noto che la pagina Facebook di VN non sia una sala da tè e che i nostri lettori siano tutt’altro che avidi nell’esternare le proprie opinioni…
Cosa è successo quindi? Che fine hanno fatto i valsass-padani? La risposta può sembrare paradossale ma tutto lascia pensare che la Lega in Valle non se la fili più nessuno o quasi.
Certo, brucia ancora lo scandalo che ha macchiato il leghista nostrano Stefano Galli, capogruppo in Regione e condannato a restituire oltre 30mila euro per “spese pazze”. Più recentemente, i valsassinesi avranno notato lo scarso tempismo del Carroccio locale nell’accorgersi di quelle decine e decine di migranti sistemati a Maggio, Esino o ai Resinelli. Tema sentito nei nostri paesi: la Lega batté un colpo con quasi un anno di ritardo. Altro sintomo dello scollamento tra “nordisti” e valsassinesi l’uscita dal partito di un esponente della prima ora quale l’ex sindaco di Premana Pietro Caverio, che si accoda alla scomparsa delle camice verdi tra i nostri amministratori.
L’ultimo baluardo valsassinese sarebbe stato quel Roberto Pozzi sonoramente sconfitto due mesi fa a Crandola da una “armata Brancaleone” rivelatasi poi ben più abile. E il vessillo del celodurismo nel nostro territorio è affidato ormai solo a due donne, Alessandra Consonni e Monica Gilardi, in realtà periferiche sia geograficamente sia politicamente (Ballabio appartiene alla C.M. della Val San Martino, Colico è data ormai per trasferirsi in provincia di Sondrio), in Comune tra l’altro con delle liste civiche e ottenendo dalla Lega la sola simpatia esterna.
Tornando al presente, l’arrivo di Salvini in Sagra ha svelato una realtà che va ben oltre i tanti sguardi di commiserazione, gli sbuffi o il malcelato fastidio di chi col politico leghista non voleva averci a che fare, e che sull’altro fronte le foto coi fan o con gli espositori non bastano a nascondere. Ad aspettare il segretario alla fornace non c’era nessuno.
Ok, si trattava di visita di piacere e non di un comizio, ma il passaggio era stato annunciato poche ore prima dallo stesso Salvini e rilanciato sui social, anche della stessa Sagra. Eppure all’ingresso della fiera insieme al patron Pucci Ceresa c’erano giusto il segretario provinciale Flavio Nogara, mezza dozzina di militanti “più o meno locali”, e – Carramba che sorpresa! – stava visitandola proprio quel pomeriggio il senatore Paolo Arrigoni. Si aggiungano, presenze doverose ma nient’affatto vicine al Carroccio, il sindaco di Barzio Andrea Ferrari e il presidente della Comunità Montana Carlo Signorelli.
Salvini poi in Sagra c’è rimasto diverse ore, ci ha anche cenato. Quanti sono i militanti i quali, informati dal passaparola o dalla nostra cronaca in tempo reale, sono passati a incontrare il segretario? Domanda retorica ovviamente.
Come sorprendersi quindi se alla domanda di strettissima attualità legata allo scontro sui profughi tra Comunità montana e Lega “di governo” al Pirellone, Matteo Salvini, proprio a due passi dalla sede dell’ente, prima ammetta di non sapere di cosa si parli e poi glissi con una battuta?
L’ipotesi è insomma che la Valsassina non sia più un posto per leghisti, e la Lega non pare sentirne la mancanza.
C. C.