Sfortunatamente l’entusiasmo profetico appare sospetto in una società tecnicizzata e materialistica. Profeti come il Battista e Baruc hanno molte cose da dire contro un’era governata dal computer e dall’elettronica, dove sono calcolati e soppesati al millesimo i vantaggi e gli svantaggi di qualsiasi innovazione.
La rivoluzione a base di intuizioni non si accorda con la programmazione razionale.
Abbiamo bisogno di arrivare ad un equilibrio tra la pianificazione realistica e e l’entusiasmo profetico; perchè se ci chiudiamo al cambiamento e alla conversione personale e sociale, siamo finiti!
Sarà sempre vero, oggi come ieri, che sono gli uomini e le donne con prestigio a dare impulso alla storia.
Abbiamo di nuovo bisogno di un Francesco d’Assisi che non conosceva calcoli avveduti, ma con la sua testimonianza e il suo amore per la povertà evangelica fu capace di operare cambiamenti radicali nella Chiesa del secolo XIII. E donne come Cristina da Siena (dalla vita breve, trentatrè anni), il cui consiglio sul bene della cristianità nel turbolento XIV secolo fu ascoltato dallo stesso papa Gregorio XI, che lasciò Avignone e si trasferì a Roma; o come Teresa d’Avila che “senza studi a Salamanca”, fu capace di rinnovare la vita contemplativa e la spiritualità del suo secolo, il XVI, e dei seguenti.
Nel deserto il Battista annunciò il cambiamento rivoluzionario di una conversione profonda che raddrizza i sentieri e spiana il terreno. Questo lavoro”topografico” per preparare una pista al Signore, significa a livello della persona:abbassare la superbia con il riconoscimento della nostra condizione di peccatori e rialzare con la speranza, il coraggio che viene meno.
A livello sociale : abbassare le disuguaglianze,ingiuste ed innalzare i diritti umani, riempendo le lacune della fame, dell’ignoranza e della povertà .
Prima di tutto viene la conversione personale, il cambiamento di cuori, mentalità e condotta.
Senza di questo,non c’è liberazione possibile, perché la vita dell’uomo non si trasforma automaticamente con riforme strutturali .
Il futuro migliore si forgia nel presente con l’equilibrio tra la speranza che ci rinnova e l’acceleramento dell’avvento di Dio nel nostro mondo.
“O Signore, mantienici saldi nella tensione e nell’equilibrio di una speranza inquieta e di un amore giovane e attivo, per convertire il nostro cuore ai valori del tuo regno”. Amen
Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 20 Novembre 2016
Seconda domenica di Avvento
Rito Ambrosiano “C” – Lc 3, 1 -18
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