L’eco della domanda del Battista a Gesù non si è mai spenta attraverso i secoli:risuona ancora oggi sulle labbra degli uomini che sono alla ricerca di messia e redentori. Di fronte alla supposta liberazione dell’uomo da parte dell’uomo, della società del benessere, del consumismo e dello sviluppo, la fede cristiana professa Gesù, il Figlio di Dio, come l’ unico Salvatore dell’uomo e della storia umana che diventa così la storia della salvezza di Dio.
Tuttavia la fede comporta una dimensione sociale ed il credente autentico non si disinteressa dei problemi terreni, non chiude gli occhi davanti all’ ingiustizia sociale, non si rassegna al fatalismo, non si rifugia in un falso spiritualismo tranquillizzante.
Ma il credente percepisce i segni di liberazione che devono accompagnare la venuta del regno di Dio tra gli uomini,e li concretizza.
Il cambiamento di mentalità e di condotta che l’Avvento sollecita,è conversione personale e sociale , è conversione a Dio, ai fratelli e alla costruzione di un mondo migliore.
Il cristiano sa che la massima alienazione dell’uomo e delle relazioni sociali non sta in Dio e neppure nelle deficienti strutture dei sistemi politici, ma nella realtà del peccato che imperversa nel mondo:l’ idolatria del potere e del denaro che chiudono il cuore all’amore e alla giustizia a causa dell’egoismo che generano.
Credere nella vita eterna significa lottare contro tutto ciò che è morte e annulla la vita , la persona e la sua dignità e libertà, vuol dire rendere degna e umana la vita presente perché sia veramente la vita che vuole Dio.
Così si potrà comprendere e bramare come desiderabile la vita dell’aldilà che coronerà la nostra fede e la nostra speranza.
Don Graziano
vicario parrocchiale
Domenica 27 novembre 2016
3a domenica di Avvento
Rito Ambrosiano “A” – Mt 11, 2 – 15
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