BARZIO – Detta così, sembra quasi una minaccia ma in realtà i toni sono meno drammatici e l’idea è che il benedetto Teleriscaldamento “s’ha da fare”. Ugualmente, sentir dire che “Se non si fa il progetto, dovremo chiudere il forno di Valmadrera”, fa una certa impressione.

Partecipazione non massiccia ma comunque importante giovedì sera nella sede della Comunità Montana all’incontro tra i vertici di Silea e i soci locali (i Comuni, detentori di piccole quote azionarie della Spa). Dirigenti e tecnici hanno confermato che il riscaldamento “a distanza” potrà funzionare anche senza bruciare rifiuti classici, traendo alimentazione grazie a tecnologie alternative: dal cippato alle biomasse, anche con l’utilizzo di pompe di calore.

Il punto “politico” è semplice: dice Silea che se i soci non approveranno il famoso Teleriscaldamento, ci si ritroverebbe ad essere “inottemperanti” verso le prescrizioni della Regione, con la conseguenza (forte) che il termovalorizzatore di Valmadrera finirebbe per chiudere. Con tanto di data: entro il 2026.

Ma i vertici Silea rimangono ottimisti e anzi il presidente Mauro Colombo ha dichiarato pure che la vendita dell’energia prodotta dal Teleriscaldamento sarà affidata “a una società del territorio che già vende gas“. Infine su richiesta del sindaco di Pasturo Guido Agostoni, Silea ha chiarito che la tariffa applicata ai Comuni-soci “distanti” dal Teleriscaldamento (a partire dai ‘nostri’) sarà più bassa rispetto a quella dei centri che riceveranno l’energia con il nuovo servizio.
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