PREMANA – In un chilometrico “comunicato stampa” infarcito di rabbia ed attacchi un po’ contro tutto e tutti, il gruppo consiliare “Vivere Premana“, rende conto delle dimissioni dell’intera maggioranza in occasione dell’ultimo “non consiglio” andato in scena lunedì sera in un municipio stracolmo di gente.
Nell’ordine, questo gruppo entrato nella storia politica del paese per non aver affrontato il voto sulla centrale in Fraina, se la prende con gli Enti realmente investiti delle decisioni in merito alla questione, accusati di non aver supportato in modo adeguato e puntuale l’Amministrazione Comunale lasciandola di fatto nelle more di una procedura che avrebbe potuto essere di moto proprio avviata dai funzionari preposti. Poi con chi li ha diffidati – e senza fare nomi e cognomi osservano che Questo Consiglio è stato palesemente soggetto a condizionamenti, che hanno in alcuni casi rasentato quelle che andrebbero definite “pressioni” solo per usare un eufemismo. E ancora: L’Amministrazione che anni fa ha approvato e firmato la convenzione non è stata a suo tempo diffidata; la Provincia che recentemente ha sollecitato la concessione dello sgravio non è stata diffidata.
Ed ecco il punto “più alto” delle dichiarazioni della maggioranza che fu: Non nascondiamo che abbiamo vissuto come un atto di vigliaccheria le diffide ricevute da comitati ed associazioni negli ultimi giorni e ancora la definizione un po’ puerile di “articoletti” per le inchieste della stampa (chissà a chi si riferiscono?…), giudicate prediche di qualche coraggioso che non rischia nulla e che si è sempre guardato bene dall’assumere responsabilità amministrative.
Qui sfugge se gli ex amministratori che si sono dimessi ce l’abbiano con la stampa che non si assume responsabilità amministrative (divertente, se fosse: c’è chi fa il giornalista e chi prova, non sempre riuscendovi, ad amministrare la cosa pubblica. Ma i ruoli sono diversi ed è bene che restino separati) o ancora con quei “vigliacchi” dei comitati e delle associazioni.
Per un attimo poi si passa dall’attacco alla commiserazione: È troppo facile andare a colpire l’anello più debole della catena. Ma l’anello debole non è stato solo questo Consiglio, è stata la Comunità di Premana!”. Ma poi si torna all’assalto: “Certa stampa, negli ultimi giorni, ha optato per i titoli caldi, richiamando l’attenzione sul fatto che il destino di una valle era nelle mani di undici persone. Ha dimenticato di precisare che anche il destino delle casse comunali era nelle mani di quelle stesse undici persone.
Infine, i soldi e le paure. Malgrado il famoso parere pro veritate (del quale il Comune che pure ha speso risorse pubbliche per farselo scrivere, non parla mai) e le garanzie ricevute in materia, ecco la litania dei timori di Fazzini & C.:
La necessità di affrontare la richiesta risarcitoria avrebbe rischiato di bloccare qualsivoglia attività amministrativa da subito e per anni: fino al raggiungimento della sperata – e peraltro non certa – vittoria legale. In soldoni: avremmo dovuto compiere un atto di coraggio difendendo la posizione, incassare lodi e pacche sulle spalle e, da domani, elevare al massimo la pressione fiscale, tagliare i servizi, licenziare il personale a tempo determinato e rendere impensabile qualunque opera pubblica… fino a data da destinarsi. Questo non è coraggio. È incoscienza.
In definitiva, gli amministratori dimissionari che ora hanno lasciato spazio al Commissario prefettizio si assolvono e ribaltano le critiche ricevute a proposito della mancanza di coraggio, rovesciandole addosso a chi non la pensa come loro. Fa scalpore la parola “vigliaccherie” a proposito delle diffide ricevute da comitati ed associazioni – mentre i nomi Bissi ed Energia Futuro, a proposito di diffide, non emergono mai in questa lunghissima lettera di commiato. Non una missiva di scuse, ma un atto di accusa pieno di livore.
Brutta parola fine ad un mandato giunto appena a metà e che entrerà sì nella storia premanese ma non certo per essere ricordato con favore.
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