BARZIO – Ex atleta di squadra nazionale, delegato tecnico internazionale e consigliere regionale FISI per lo sci nordico: la barziese Anna Rosa è a pieno titolo una “super addetta ai lavori” quando si parla di sci di fondo.
E oggi lei, venuta su proprio sulla pista dei Rododendri dei Piani di Bobbio dalla quale è partita la sua carriera con tanti successi e gare in Italia e all’estero, guarda i 400 metri risicati ricavati solo al termine della scorsa settimana attorno al centro fondo nella località sciistica di Barzio e, come nelle sue corde, più che commuoversi s’incazza.
“Oggigiorno, con la carenza di precipitazioni a cui ormai siamo abituati, si scia grazie all’innevamento artificiale, lo si fa nei più importanti centri sportivi italiani ed esteri e lo si fa anche, con impegno e sacrificio in località meno prestigiose. Comprendo la necessità di incominciare a innevare, per ragioni di numeri, le piste da sci alpino, ma non è ammissibile dimenticarsi dello sci nordico”
Però è il terzo anno di fila che nevica poco, in questi giorni c’è più neve a Barzio che a Bobbio, stanotte il vento la portava via…
“Ripeto, il clima non ci assiste: lo scorso anno abbiamo iniziato a sciare ai piani di Bobbio a febbraio, alla prima nevicata, interrompendo un tradizione che ci dava come uno dei primi comprensori aperti in Italia. Purtroppo senza innevamento artificiale non si va più da nessuna parte, Engadina, Valtellina e valli bergamasche comprese, per parlare dei nostri “vicini di casa”. Perfino località “cittadine” come Cunardo, sito in provincia di Varese a 450 m di altitudine hanno almeno 1 km di pista battuta, mentre Barzio, che tradizionalmente sopperiva alla carenza di neve di località analoghe e riassorbiva tutti gli appassionati del bacino milanese e bergamasco, aspetta la neve”.
Di chi sono le colpe, se non del clima?
“I piani di Bobbio sono del Comune di Barzio e il servizio offerto attraverso il privato che li gestisce è un servizio pubblico che il Comune eroga alla sua comunità, alle associazioni sportive del territorio e ai suoi turisti. Il privato gestore per sua natura pensa al suo interesse, ma il pubblico deve avere obiettivi differenti. Se i servizi meno remunerativi o non remunerativi affatto vengono interrotti, oggi non garantiamo una pista da sci di fondo per i nostri ragazzi (fra i quali abbiamo esponenti del comitato regionale FISI e un’atleta di interesse nazionale), domani chiuderemo la biblioteca o i servizi sociali?”–