CASSINA VALSASSINA – La chiesa di San Giovanni Evangelista a Cassina si svuota sempre più. Ma non si tratta di crisi da secolarizzazione, l’allontanamento più che dalla fede è… dal freddo. Già perché ormai già da novembre la chiesetta che dipende da San Giorgio di Cremeno ma è storicamente molto frequentata, specie per la funzione di sabato pomeriggio e per la messa della domenica mattina, risulta essere un vero e proprio congelatore.
E perfino le pie vecchiette più “resistenti” stanno crollando, lasciando l’edificio religioso desolatamente vuoto.
Cos’è successo? Un paio di mesi fa sono state installate dieci stufe, come quelle che si vedono nell’immagine qui a destra. Belle, funzionali e alimentate con corrente elettrica. Ed ecco il punto: sono dieci, però una volta accesi due impianti, già col terzo “salta tutto”. Manca la potenza adeguata per sostenere il consumo di elettricità e così le due stufe (vale a dire il 20% appena del potenziale) non riescono a fornire il calore materiale che, al di là di quello dello spirito nemmeno il trascendente è in grado di dare.
Quindi: fuga dalla chiesa “al freddo e al gelo“. E resistenza ad oltranza – non senza polemiche però – solo da parte dell’eroico don Alfredo Comi, sacerdote residente come si usa dire a Cremeno, ma incaricato delle messe proprio a Cassina. Il quale appunto “resiste” all’altare con tanto di guanti ma pare abbia esortato gli ormai pochissimi fedeli rimasti a “decidersi” ovvero a cercare qualche soluzione per questo caso che perdura ormai da parecchie settimane – oltretutto le più gelide dell’anno.
Più che don Alfredo, viene da dire, “don Al freddo“…