INTROZZO – Mentre la Regione ha autorizzato ufficialmente la caccia al cinghiale nella provincia di Lecco, ennesimo tentativo – dopo la cattura e la contenzione – per regolamentare il numero di questi animali, tra l’altro progettato ma dagli esiti incerti, ecco una mamma cinghiale e i suoi sette cuccioli in giro per i boschi della Valvarrone.
È un’immagine lontana dagli scenari di “invasione” e “devastazione” che spesso vengono associati agli ungulati. Nell’interpretazione animalista, questa famiglia di cinghiali sul ciglio della strada, sta rioccupando spazi che l’uomo unilateralmente aveva stabilito le fossero interdetti e, libera nei propri spostamenti, afferma la sua esistenza e disobbedienza. Proprio come aveva fatto il cinghiale di Vegno, il grosso maschio ferito da un bracconiere che ai primi di ottobre, spaventato e confuso, era comparso per le viuzze del paese e in barba all’ordinanza di abbattimento che pendeva sulla sua testa, è fuggito nei boschi e lì continua a vivere e resistere, seppur in difficoltà. Billy The Kid, lo potremmo soprannominare…
C. S.