CREMENO – Finita all’asta un paio di anni fa, i fratelli Frigerio non sono più i proprietari dell’area messa sotto sequestro 24 ore fa dalle fiamme gialle lecchesi, ma sono ancora i gestori dell’azienda e a loro sono stati contestati i gravi reati ambientali. Entro sette giorni dovranno bonificare tutto, altrimenti interverrà un amministratore nominato dalla Procura, ma che ciò avvenga realmente è un’eventualità assai remota considerate le condizioni in cui versa la fattoria ed il sottosuolo in località Soragna.
Sigilli sono stati messi agli edifici, alle auto di proprietà ed ai terreni. I baschi verdi hanno inoltre trovato un cantiere aperto, con lavori affidati regolarmente a un’impresa che nell’area aveva comprensibilmente lasciato alcuni macchinari. Apparterrebbero invece ai Frigerio i mezzi d’opera celati dalle frasche alla base della collina, utilizzati forse per la posa della rete di tubature, e rinvenuti tra la melma dai militari. Tutti aspetti sui quali il lavoro degli investigatori è appena iniziato.
Il blitz di ieri della Guardia di finanza agli ordini del tenete colonnello Piccinni con un elicottero a sorvolare l’area e una trentina di agenti con stivali in gomma per non restare impantanati è l’episodio ultimo di una serie di segnalazioni e evidenze lunghe almeno un decennio.
L’esondazione di fango e liquami che nel febbraio 2003 invase la provinciale tra Barzio e Pasturo è ancora viva nella memoria di molti, meno note le attenzioni rivolte dai magistrati e dalle forze dell’ordine negli anni scorsi, fino al recentissimo sopralluogo dei Nas di Brescia.
C.C.