BALLABIO – C’è un nuovo spazio di discussione sui rifugi, lanciato da una signora che la montagna (e questo specifico ambiente) la conosce bene da scrittrice, giornalista, editrice nonché a suo tempo rifugista e per una vita moglie di una notissima guida alpina: parliamo di Mirella Tenderini, autrice di tanti libri e collane di letteratura della montagna e più recentemente sbarcata su Facebook con la pagina “Salviamo i rifugi!!!“. Titolo emblematico, chiarificatore: sulle “capanne alpine” incombe infatti una svolta che piace pochissimo a tanti amanti delle cime di casa nostra, dell’approccio “vecchio stile” al rifugismo, una rivoluzione che rischia di trasformare in hotel i “fari della montagna” come li ha definiti nel suo intervento di ieri su VN Claudio Trentani, di “seguire il mercato e la moda, casomai cercando di sostituire l’alpinista con clienti più danarosi”.
E proprio di questo spostamento dalla missione quale “presidio” del territorio a soggetto economico sul mercato si occupa lo spazio social della Tenderini. Persona pacata, molto stimata nell’ambiente, di grande cultura e – fors’anche per un dato squisitamente anagrafico – non certo avvezza allo scontro ed alla polemica facile.
Nei giorni scorsi però, in seguito alla pubblicazione di un articolo di Valsassinanews che confermava quanto anticipato tempo fa, cioè che la gestione dei tre rifugi del CAI Milano sulle Grigne sarebbe andata ad un unico capanatt ovvero ad Alex Torricini, la sobria pagina Facebook è diventata terreno di battaglia con molti “Napalm 51” e fin troppe parole fuori posto. E intanto, mancava l’opinione del convitato di pietra per eccellenza, in questa materia: proprio il CAI di Milano che infine, nelle ultime ore, ha deciso di spiegare il proprio punto di vista e di rispondere alle perplessità espresse da Mirella e da tanti altri frequentatori (della pagina e soprattutto delle nostre montagne).
Ecco allora, tratta appunto da “Salviamo i rifugi!!!“, la lettera del n. 1 del Club Alpino del capoluogo lombardo (seguita dalla replica della destinataria):
Messaggio a Mirella Tenderini di Massimo Minotti,
presidente del CAI Milano
Gentile Signora Mirella, innanzi tutto chiedo scusa per il ritardo con il quale intervengo sui quesiti da lei sollevati. Come sa, o forse no, la nostra opera al CAI è totalmente volontaristica, ed essendo io, per fortuna, ancora occupato in un’attività lavorativa impegnativa non riesco ad essere presente sulla rete con la tempestività che lo strumento prevede.
Le evidenzio sin da subito che il suo post contiene una serie di imprecisioni che rasentano la scorrettezza. Scorrettezza che il CAI Milano non si merita, visto che lei è stata ospite nei suoi locali per la promozione di libri da lei scritti, e per l’amicizia che la lega ad alcuni Past President. Bastava quindi una telefonata a me o a qualche suo amico del CAI Milano, per chiarire sia che il Signor Mauro Cariboni è tuttora e per tutto il 2017 il gestore del rifugio Rosalba sia che Claudio Trentani non è stato allontanato ma che se n’è andato “sua sponte”, tra l’altro all’improvviso e mettendo in difficoltà la Sezione che ha rischiato di dover chiudere il Rifugio. L’affidamento ad Alex Torricini è stata, perciò, una necessità dettata dall’urgenza di trovare una soluzione tempestiva ad una situazione creata dal Trentani. Affidamento peraltro temporaneo, cioè fino alla fine di quest’anno, come lo stesso Torricini ha ribadito.
Curioso il fatto che lei si ponga il problema della legittimità dell’atto di affidamento. Lei stessa è stata, insieme al compianto Luciano, gestore di rifugio e sa quindi che le Sezioni del CAI sono associazioni private e che i loro Organi Direttivi rispondono solo ed unicamente ai propri Soci.
Su come poi il gestore “pro tempore” Alex Torricini intenda operare sui rifugi a lui affidati è questione che attiene alla sua organizzazione. Certamente il Signor Torricini ha finora dimostrato di sapersi muovere fino al Rifugio Brioschi, in vetta al Grignone, in autonomia, nonostante l’incidente di montagna occorsogli l’anno scorso. E per raggiungere il Porta non ci vuole certo l’elicottero.
Secondo lei basta affidare ad un solo gestore più di un rifugio per trasformarne l’immagine e lo scopo? O è il modo in cui si gestisce che fa la differenza? E’ forse un caso che tre rifugi del CAI Milano si siano classificati ai primi tre posti del concorso “Il Rifugio del cuore” indetto da “Meridiani Montagne”, una delle più autorevoli riviste di montagna rimaste nel panorama italiano? Come abbiamo più volte ribadito, i principi con cui amministriamo i beni lasciatici dai nostri Padri Fondatori sono e rimangono quelli dettati dalla Carta Etica del CAI: il Rifugio inteso quale “presidio del territorio e luogo di diffusione di conoscenza e cultura della montagna” in linea con gli scopi statutari del Sodalizio. Certo! il tutto conciliato con la sostenibilità economica per la manutenzione degli immobili. I rifugi sono creature fragili e hanno bisogno di cure continue e costose, che hanno spesso dissanguato le sezioni del CAI. E’ attraverso i nostri interventi che passa la loro sopravvivenza. A meno che, lei e suoi numerosi followers, non decidiate di devolvere al CAI una parte del vostro reddito per la loro sopravvivenza e “Salvezza!!!”.
Con la stima di sempre.
Massimo Minotti – Presidente CAI Milano
RISPOSTA ALLA LETTERA DEL PRESIDENTE DEL CAI MILANO :
Gentile signor Massimo,
la sua lettera è benvenuta perché era attesa da tempo, ed è un peccato che sia arrivata così tardi. Le rispondo volentieri.
Prima però mi permetta di rimproverare la sua scarsa delicatezza nel mescolare ai chiarimenti del Cai, in una lettera pubblica che tutti i membri di questo gruppo leggeranno, dei dettagli privati che mi riguardano e che non hanno nulla a che fare con il tema trattato dal gruppo, al quale non interessa sapere dei miei passati rapporti amichevoli con il Cai Milano o del fatto che con mio marito sia stata custode di rifugi. Entrambe cose di cui mi onoro ma che, ripeto, non c’entrano nulla.
Veniamo dunque al cuore della questione. Il mio post al quale si riferisce è sicuramente quello che ha riportato il contenuto del post cronologicamente precedente al mio che a sua volta riportava la pagina di un giornale che dava esattamente quelle informazioni. Siccome immagino che lei non abbia familiarità con FB (altrimenti avrebbe postato lei la sua lettera invece di farla postare da Lorenzo Maritan) e che non abbia mai letto la discussione di SALVIAMO I RIFUGI, capisco che non sappia che io non sto da nessuna parte e che non ho dato origine a questo gruppo per parlare dei rifugi del Cai ma di temi molto vasti riguardanti i rifugi di tutte le Alpi. Il “caso” Rifugi della Grigna è uno dei tanti che evidentemente in questo momento si è presentato più interessante degli altri, e io sono solo la moderatrice che prende spunto dai commenti che arrivano per rilanciarli nella discussione, aspettandomi ovviamente diverse versioni come è avvenuto sempre su altri argomenti, molto civilmente.
E’ vero: il contenuto del mio post è scorretto, non nel senso che intende lei ma in quello di “sbagliato”, in quanto riprende una notizia che può essere anche sbagliata per rilanciare un argomento. Mi spiace che il signor Torricini invece di mandare la sua versione dei fatti come tutti aspettavamo l’abbia fatto sì ma accompagnata da insulti, ottenendo il risultato che la discussione si è deteriorata e io ho dovuto sospenderla.
Riapro la discussione con la sua lettera. Lei ha dato alcune risposte per chi le attendeva. Grazie. Si aspetti ancora molte domande. Le toccherà iscriversi a FB o farsele trasmettere da Lorenzo Maritan, e sono certa che provvederà. Mi auguro che tutto venga chiarito soddisfacentemente.
Mirella Tenderini