BARZIO – Era lì da almeno 80 anni la granata d’artiglieria che alle 14.30 di oggi è stata fatta brillare dai genieri dell’esercito. E qualcuno la “conosceva” bene. Infatti, dopo l’ordinanza che dalle 10 di questa mattina vietava l’accesso all’area del “pozzo del vallone” a chiunque non fosse autorizzato proprio per le operazioni di disinnesco, agli anziani dell’altopiano valsassinese è tornato in mente il ricordo di quella bomba.
L’ordigno risaliva agli anni 30, alle esercitazioni militari con tiri di cannone dal cimitero di Moggio verso i Campelli. Non pochi passando da quei boschi disabitati l’avevano notato, ma a nessuno era venuto il sospetto che potesse essere ancora inesploso.
Risolto questo problema, non è affatto da escludersi la presenza di altri proiettili simili nei boschi valsassinesi. Anche dopo un secolo la loro pericolosità resta alta e l’unica cosa da fare è segnalarne alle autorità il luogo preciso.
Immagine di copertina, anticarro “elefantino” 47/32 Mod. 1935 diffusissimo nel Regio esercito