BARZIO – Un progetto pilota sulle piste da sci di Bobbio, un modello che ora potrebbe diffondersi lungo l’arco alpino. Il cui bilancio si è visto a chiusura di stagione. Centinaia d’interventi seppur in netto calo dalla scorsa stagione, un bel 50% in meno, nonostante dallo scorso gennaio ai Piani di Bobbio tra alle piste, ci fosse un vero e proprio ambulatorio con medici supportati dai tecnici del Soccorso Alpino.
Un apparato che ha portato a un minore utilizzo dell’elicottero del 118. Si tratta di una struttura ospitata nella baita del Soccorso Alpino e voluta dall’Itb, il gestore degli impianti di risalita. Con il presidio fisso di un medico nei week end e nei giorni festivi, supportato dai volontari del Soccorso Alpino.
Complessivamente le presenze sono state 104 per i dottori e 430 per il Cnsas.
A reggere i fili di tutto il dottor Giuseppe Fontana, rianimatore con ampia esperienza internazionale. Come volontario già da anni presidiava le piste di Bobbio, ma da quest’anno l’amministratore delegato di Itb Massimo Fossati l’ha voluto come coordinatore del progetto sperimentale.
“Qui si turnano sei diversi medici” – ha spiegato Fontana – “tutti appassionati e in futuro il servizio potrebbe anche ampliarsi”.
Per quanto riguarda invece il Soccorso Alpino, un veterano nelle piste barziesi, i turni erano formati da tre tecnici nei giorni feriali e sei in quelli festivi. Persone con la qualifica di soccorritori esecutivi, certificati dal 118.
Da quest’anno gl’interventi erano a pagamento. “Abbiamo cercato di porre un freno all’abuso, a volte con la scusa della gratuità s’interveniva per problematiche minime e autorisolvibili. Di contro abbiamo impostato un servizio che nelle nostre intenzioni deve essere a cinque stelle” spiega Massimo Fossati.
Un contributo alle spese di 200 euro a intervento, che poteva essere coperto dalle assicurazioni, private, del Cai oppure acquistando la polizza con una integrazione di 3 euro (1,5 per i bambini) al biglietto di risalita il giorno stesso della presenza a Bobbio. Chi voleva poteva accenderne una per tutta la stagione dietro il pagamento di 56 euro. Di fatto l’iniziativa – che costa complessivamente 50mila euro a stagione all’Itb – ha permesso il crollo del 50% delle richieste di soccorso, riportandole nel quadro dell’effettiva necessità.