VALSASSINA – Una splendida giornata ha fatto da corona alla celebrazione nelle parrocchiali della Valsassina dei riti delle Palme. Il ramoscello benedetto, simbolo di questa giornata distribuito ai fedeli di ogni età, è per eccellenza simbolo di pace e riconciliazione oltre che di rigenerazione (come dopo il diluvio universale e le carestie narrate nell’Antico Testamento).
In questa giornata Gesù veniva ricevuto a Gerusalemme dalla folla che agitava proprie foglie di palma e ramoscelli di ulivo: parte di quella stessa folla che però dopo sette giorni nella pasqua ebraica inneggiava i romani per fare uccidere il Cristo dando luogo alla Passione e poi Resurrezione. Proprio in questo passaggio si cela tutta l’ampiezza e profondità del simbolo d’ulivo: il ramoscello è per la tradizione cristiana della Chiesa quello stesso Gesù che con il suo sacrificio si fa sangue e morte come strumento di pace e risanamento per tutta l’umanità. In termini etimologici, il “Cristo” significa proprio “l’unto” da Dio, voluto dal cielo, per plasmare il male e la morte: l’olio di oliva è infatti il crisma usato nella liturgia cristiana sia per battesimo che per l’estrema unzione e fino alla cresima nelle varie celebrazioni dei sacramenti santi.
Come spiega don Marco Mauri sul foglietto degli avvisi della comunità pastorale Madonna della neve della quale è parroco. “Siamo finalmente giunti alla settimana più importante dell’anno. La liturgia ambrosiana ci educa chiamandola “autentica”; il senso di questo termine potremmo spiegarlo così: i nodi vengono al pettine. In questa settimana noi contempliamo e guardiamo alla vicenda della passione di Gesù e lì scopriamo chi è Dio e chi siamo noi. Non possiamo più ingannarci e ingannare. Il nostro Dio è colui che ama fino in fondo, senza scherzi o imbrogli e noi siamo solo uomini presuntuosi e fragili, ma amati e salvati da Lui. “Io, il Maestro, ho lavato i piedi a voi. Anche voi lavate i piedi gli uni gli altri”. Guardando a Lui veniamo consolati e ci si apre l’unica strada percorribile per essere veri: quella dell’amore.
Non ci sono altre strade! Quando il Papa ci consiglia di spegnere per 10 minuti la televisione e la radio per guardare un po’ di più la nostra vita, dice una profonda verità. Quanti governi sono passati, quante potenze si sono succedute nella storia, quanti titoli urlati sui giornali e quanti inganni nelle notizie: eppure, se una persona vuole ricercare la verità sulla propria vita, deve sempre fare i conti con il Signore che lo guarda con sguardo amorevole. La settimana autentica può essere vissuta in diversi modi: rincorrendo le celebrazioni proposte, continuando ciò che si sta facendo senza scomporsi, intensificando il digiuno e la preghiera, lasciandosi affannare dalle cose da fare (sia familiari che liturgiche).
L’unica cosa da non trascurare è la verifica della propria vita, in qualsiasi situazione ci troviamo e a prescindere dal tempo a disposizione. Se tralasciassimo questo, potremmo fare le celebrazioni più belle della valle, ma avremmo perso il senso della Pasqua.”
Nelle foto la celebrazione nella parrocchiale San Giorgio di Cremeno da parte di don Alfredo Comi.