“Abbiamo tutto il tempo del mondo
semplicemente per l’amore
nulla di più, nulla di meno
solo amore
Ogni passo fatto su questa strada ci troverà
con le preoccupazioni del mondo dietro di noi”
(We have all the time in the world – Louis Armstrong – 1966)
–
Domenica di Pasqua. Domenicale breve.
Oggi non c’è tempo: siamo in famiglia a festeggiare, in giro da qualche parte a guardare il mondo, vicino o lontano poco importa.
Giorno ideale per pensare a chi non ha famiglia, a chi non è in giro da qualche parte a guardare il mondo.
Vicino, lontano, che importanza ha?
Proprio come i colori. Bianco, nero, giallo, rosso.
Ecco, forse domenica scorsa ho esagerato con il bianco, ed oggi voglio rimediare.
Luciano Capelli, Roberto Panetto, Giampiero De Nardi, Giacomo Begni, Felice Molino, Lucilia Teixeira, Filippo Perin, Jim Camino, Venceslau Grosu, Erminio De Santis, Rosy Lapo, Maurizio Rossi, Paolo Vaschetto, Tiziano Baracco, Serafino Chiesa, Roberto Cappelletti, Luigi Rota, Innocenzo Pacchioni, Angelo Faloni, Ruggero Beltrami, Giorgio Lucini, Oliviero Bergamaschi.
Nomi. Alcuni. Elencarli tutti sarebbe impossibile.
Ma nomi di chi?
Se aggiungo Giovanni Mazzucconi, Augusto Gianola, Fausto Tentorio, Ferruccio Corti, è più facile?
E se mi gioco Felice Tantardini, Pedro Melesi, Clemente Vismara, Renato Sesana e Giampiero Beretta?
O, per essere più chiaro, basterebbe Anjezë Gonxhe Bojaxhiu?
È il bianco che ha scelto di non invadere, non deportare, non uccidere nel nome della croce, non accumulare fortune sulle disgrazie altrui.
È il bianco che ha scelto di essere un esercito di un solo uomo con a disposizione “solo” l’arma letale della Fede.
Rosso, giallo, nero: per il missionario importa nulla, e perciò grazie, a quelli che sono ancora in giro per il mondo senza per questo essere turisti di Pasqua, a quelli che non ci sono più ed hanno speso la loro vita per l’altro.
I colori? Un dettaglio insignificante.
**********
Secondo le informazioni in possesso dell’Agenzia Fides (Organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie nato nel 1927) l’anno scorso sono stati uccisi nel mondo 28 operatori pastorali cattolici. Il continente dove si registra il maggior numero di delitti, per l’ottavo anno consecutivo, è l’America; inoltre, risulta “drammaticamente cresciuto il numero delle religiose uccise, che quest’anno sono 9, più del doppio rispetto al 2015”.
Un triste e misconosciuto elenco di cui si parla poco o per nulla: 12 operatori pastorali (9 sacerdoti e 3 suore) uccisi in America; 8 operatori pastorali (3 sacerdoti, 2 suore, 1 seminarista, 2 laici) hanno perso la vita in Africa, 7 operatori pastorali (1 sacerdote, 4 suore, 2 laici) in Asia; in Europa è stato ucciso 1 sacerdote.
Furti e feroci rapine sono le cause maggiori, “in contesti che denunciano il degrado morale, la povertà economica e culturale, la violenza come regola di comportamento, la mancanza di rispetto per i diritti umani e per la vita stessa”.
“In queste situazioni, simili a tutte le latitudini, i sacerdoti, le religiose e i laici uccisi, erano tra coloro che denunciavano a voce alta le ingiustizie, le discriminazioni, la corruzione, la povertà, nel nome del Vangelo”.
Mi permetto di aggiungere: non solo nel nome del Vangelo.
Nord, Sud, Ovest, Est.
Dettagli.
Come i colori.
Buona Pasqua.
Riccardo
Benedetti
———-————————— –
P.S.: Ho fatto i conti e mi sono accorto che questo è il domenicale numero 80. Perbacco, direbbe il mio amico Pucci! “Grazie”, invece, dico io a chi mi ospita e a chi mi legge. E tanti auguri di buona Pasqua!
L’ARCHIVIO DELLA RUBRICA DOMENICALE |