Alegría
Come un lampo di vita
Alegría
Come un passo gridar
Alegría
Del delittuoso grido
Bella ruggente pena, seren
Come la rabbia di amar
Alegría
Come un assalto di gioia
(Alegria – Cirque du Soleil – 1994)
Coriandoli, stelle filanti, carri allegorici.
“Viene Febbraio, e il mondo è a capo chino, ma nei convitti e in piazza, lascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza”, già Febbraio, non fine aprile.
Ma a Lecco hanno deciso di trasformarsi in macchina del tempo, evidentemente riuscendoci viste le temperature (che frecc!) da merla piuttosto che da colomba.
Personalmente non sono d’accordo nello spostare ricorrenze. “Sel fa brutt a Pasqua fa negott: me la sposta ala prima domenega de bel teemp”. Lunedì dell’Angelo compreso. Vuoi giocare facile? E sia. Sei libero di farlo.
Oppure no. Io no. Voi non so.
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Coriandoli e stelle filanti. Un po’ come quello che passa il convento questa settimana.
Quanto avete speso per il vostro matrimonio? O, se del caso, quanto prevedete di spendere per il vostro matrimonio? Ok, non voglio farvi i conti in tasca, francamente me ne infischio diceva uno di Galbiate (oggi ossessionato dai rumori di sottofondo della sua villa), ma se ve lo regalassero, cosa direste?
“No, grazie”, preferisco spendere i miei mille e mille euro, molto gentile, arrivederci e alla prossima puntata.
In tribunale.
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Siccome oggi è giornata di domande, ve ne faccio un’altra.
Avete mai perso per strada cinquemilioniemezzodieuro? Certo che no: prima di tutto siete gente che sta sempre molto attenta al portafoglio, poi, ma anche qui non voglio farvi i conti in tasca, è difficile portar dietro tanta moneta.
Mettiamo, chiaramente per un solo momento e per mera ipotesi, che li aveste persi davvero perché avete preso male le misure delle tasche del paltò: in una ci doveva stare il 40%, nell’altra il 60%. Avete fatto confusione, invertito le tasche e, oplà, i soldi hanno fatto una giravolta da Cirque du Soleil e sono finiti nelle tasche di un altro.
Che le aveva, però, di misura.
Adesso sembra che riusciate a ritrovarli: buon per voi, ma soprattutto per noi, perché, alla fine, erano e saranno (speremm) soldi nostri, soldi pubblici, un po’ come quelli del matrimonio di cui sopra.
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Erano privati, invece, i fondatori dell’Asilo di Bindo, la Casa del Bambino, per intenderci, quella che la frana del 2002 aveva solo sfiorato garantendogli, almeno sulla carta, un’aurea di indistruttibilità e un passaporto per il futuro.
Gente che abbiamo conosciuto e conosciamo, pionieri di un certo modo di sentire la comunità, guardiani di un piccolo villaggio già Comune e poi, per strane e contorte vie, frazione di Cortenova ma custodito dal pastore di Taceno. Le vie del Signore non hanno mai guardato al catasto, anche perché corrono ben al di sopra di boschi, prati e ruscelli, quindi seguono regole tutte loro ed è difficile metterle in discussione.
Poi succede che i tempi cambiano, la gente fa sempre meno figli e le vie del Signore sembrano meno infinite.
Fatevi un giro sulla ciclabile la domenica: su cento coppie 70 hanno un cane (qualcuno anche due o tre), 30 (e sono ottimista) una carrozzina o dei bambini. Di questi trenta, scommetto che dieci non sono nemmeno italiani.
E la specie (quella umana) non cresce.
Così la Casa del Bambino chiuderà, una decisione tragica per alcuni, sensata e logica per altri. Non mi immischio nella discussione: il problema è capire come favorire le famiglie per indurle ad avere più figli.
E, magari, meno cani.
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Al pioof più. Ve ne siete accorti?
Meteobarzio ha rilevato quest’anno 272 millimetri di pioggia; nel 2016, da gennaio ad aprile, furono 384. Morale, un buon 30% in meno che sta costringendo molti comuni ad iniziare a fare i conti ed a sperare che qualche perturbazione riesca a superare le Alpi senza farsi cogliere alla sprovvista da quel cinico bandito di nome Favonio, vento bastardo compagno di merende di noi subalpini, costretti a subirne le bizze e le collere.
Quante volte abbiamo parlato dell’acqua in questo laico confessionale del dì di festa? L’acqua che non c’è, l’acqua che viene portata via, l’acqua che non scende, l’acqua sporca di un acquedotto, l’acqua di terme che non ci sono più.
Mancava l’acqua di montagna, quella degli abbeveratoi dove le poche vacche rimaste a gironzolare tra i pascoli ogni tanto si dissetano prima di concedersi al pastore e regalarci il latte.
Leggo che per far bere una ventina di questi simpatici e (non sempre) pacifici animali sarebbe necessario spendere 25.000 euri. Dico che ci sta. Ci sta per la montagna. Ci sta per la Storia. Ci sta per non perdere ancora terreno. Ci sta per non spopolare un monte che poi, a volte, si vendica crollando a valle.
Sono anch’io colpevole di aver speso soldi in questo modo. Ero in comune a Crandola e con il grande Sindaco Pasqualino decidemmo di costruire un abbeveratoio vicino al Lares Brusàa. Tralascio la burocrazia, le opposizioni e tutto il resto che devi affrontare quando sei amministratore e vuoi amministrare seriamente e non solo tirare a campare.
Alla fine ci siamo riusciti. L’abbeveratoio è lì, e ogni volta che vado al Lares (che poi è la mia seconda casa) e ci passo vicino lo spazzacà (maledetto!) si apre e gli occhi si inumidiscono. Nostalgia canaglia!
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Infine, veniamo al titolo di questa specie di comizio.
Non so cosa voglia dire. E’ Hindi, ma il google translator lo traduce in tutte le lingue allo stesso modo.
Dicono che sarà un film molto visto in India. Fidiamoci, altro non possiamo fare.
Per cui ??????.
Che poi è “allegria” in Hindi (made by google translator, in fiducia).
Buona domenica!
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