PASTURO – Il paese di Pasturo ha celebrato la Festa della Liberazione con il ricordo di Aldo Carpi, pittore deportato a Gusen, campo-satellite di Mauthausen, in Austria, autore di alcuni dipinti presenti nella chiesa di Pasturo commissionati nel 1939 dal padre di Antonia Pozzi.
Hanno partecipato, prima all’alzabandiera nella piazza Vittorio Veneto e poi alla cerimonia ufficiale in piazza XXV Aprile, molti cittadini pasturesi e soprattutto tanti bambini e ragazzi.
L’evento, organizzato dal Comune di Pasturo con la collaborazione del gruppo Alpini del paese di centro Valle, che celebra nel 2017 i suoi 85 anni di vita, ha potuto contare sulla presenza della banda Bruno Colombo e dei ragazzi pasturesi che frequentano le medie di Cremeno, i quali hanno letto alcuni passaggi del diario scritto da Aldo Carpi mentre era deportato a Gusen.
Alla cerimonia è intervenuto il primo cittadino di Pasturo, Guido Agostoni il quale si è congratulato per la presenza di tanti ragazzi che come ha detto “ascoltando i passaggi del diario di Carpi sicuramente potranno iniziare a capire le sofferenze dei tempi di guerra”. Il sindaco si è augurato che queste testimonianze possano servire per conservare un bene come la libertà e soprattutto la pace.
Intervenuta anche Anna, la nipote di Aldo Carpi la quale ha raccontato ai presenti la storia di suo nonno, deportato nel campo di concentramento di Gusen per essersi reso “colpevole” di aver aiutato una sua alunna israelita.
Durante la prigionia il pittore comprese, grazie alla sua straordinaria sensibilità, che il talento artistico lo avrebbe potuto aiutare realizzando ritratti di carcerieri e dei loro figli, mogli e fidanzate.
Poco dopo il pittore cominciò a scrivere il suo Diario di Gusen, sotto forma di lettere indirizzate alla moglie Maria – e quelle parole scritte di nascosto sono in parte riportate nelle letture che i ragazzi delle medie hanno fatto nella fredda e piovosa mattina di questo 25 aprile.
“La libertà è un bene prezioso e voi dovete, come ha tentato di fare mio nonno, difenderla perché senza di essa la vita diventa sofferenza e dolore” ha concluso con la voce scossa dall’emozione la nipote di Aldo Carpi.