Quando VN lanciò il sondaggio sul voto in vista dell’elezione premanese del prossimo giugno, ci fu chi non digerì l’inserimento tra i potenziali candidati di questa voce: “Chi ha fatto cadere la giunta“. Il tema era e rimane sensibile, anche a mesi di distanza da quella fatidica serata nella quale la famosa giunta (di Nicola Fazzini) implose, incapace di prendere una decisione sull’uso civico a favore di “Energia Futuro”, società interessata alla costruzione della centrale sul Fraina.
Metà paese – almeno – non voleva l’ennesima captazione delle acque premanesi, eppure il fatto stesso che la pressione popolare manifestata in quel “caldo” consiglio di dicembre fosse causa dello schianto della maggioranza iniziò a suscitare in qualche modo disaccordi e critiche.
Badate bene: non rispetto a chi non seppe decidere – e per non decidere si dimise in blocco. No. La disapprovazione, in certi casi anche nelle fila degli stessi “nemici delle centrali” si è rivolta contro chi aveva sempre lottato contro il business dell’acqua e, quella sera, era convenuto in massa in municipio – facendo sentire in modo civile e coraggioso la propria voce e presenza.
Critiche di forma, meno sulla sostanza. Anche da parte di chi, magari, non era d’accordo su quella centrale. Però no, non si fa così; non si alza la voce in Comune, non si manda a casa a furor di popolo un bravo ragazzo e i suoi compagni di avventura amministrativa. A Premana questo fa brutto.
Anche a costo di cedere su qualche principio.
Allora poi arriva lei, Marcella Nicoletti. Inviata dalla Prefettura di Lecco a commissariare il Comune fino alle elezioni anticipate che ridaranno un sindaco, una giunta e un consiglio a questo paese. La commissaria si insedia e promette che interverrà sul ‘casus belli‘, ovvero sul progetto di centrale idroelettrica del Fraina. Promessa mantenuta: oggi 8 maggio la comunicazione di quanto avvenuto in realtà venerdì, quando la dottoressa Nicoletti, originaria della Basilicata e come detto mandata da Lecco a Premana, ha preso la decisione che altri non hanno avuto il cuore di prendere. Bocciando la centrale stessa, progettata in un’area che “non può ritenersi idonea in quanto il dissesto risulta attivo e in continua evoluzione“.
Insomma, dove non è arrivata Premana è giunto un funzionario prefettizio.
A pochi giorni dalle elezioni di un nuovo sindaco, stavolta del posto, c’è di che riflettere. Aveva ragione chi sosteneva che la centrale, lì, non andava fatta. E di converso, aveva torto chi l’ha sostenuta. E pure chi non se l’è sentita di bocciarla. Era nel giusto chi ha difeso il proprio territorio, esponendosi anche alle critiche “di forma” e infine si è rivelato corretto il comportamento della stessa commissaria che pur nella ristrettezza dei tempi ha valutato tutti gli aspetti relativi alla vicenda e, carte alla mano, ha preso una delicata decisione rispettando una tempistica ancor più difficile (con la scelta del no a Energia Futuro presa prima della campagna elettorale).
Questo giornale è attento alle cose di Premana, ma non è “di Premana”. Per questo rileva quella che all’esterno del paese della lame può essere colta come un’anomalia: una decisione di questo peso intrapresa non da un premanese ma da una signora di Craco, in provincia di Matera. Mandata da Lecco.
VN