PRIMALUNA – A fine aprile sono giunti nuovi richiedenti asilo a Primaluna, ospiti di una cooperativa ed alloggiati in due o tre appartamenti sulla via Provinciale, in una delle frazioni del borgo di Centro Valle (poco meno di una ventina di persone, suddivise nei diversi locali). La novità riguardante i nuovi arrivi è che questa volta gli stranieri che soggiornano in paese non sono soltanto uomini: sono presenti anche diverse donne, tutte di origini africane.
Le si può vedere passeggiare in compagnia per la Provinciale oppure affacciate al balcone a prendere il sole. Le nuove arrivate abitano in un condominio nel quale risiedono anche delle famiglie italiane, ed essendo in tante e non parlando bene l’italiano a volte – secondo alcune testimonianze raccolte in loco – si verrebbero a creare delle situazioni un po’ “confuse”: rumore, via-vai sulle scale, suono di campanelli sbagliati ad ore tarde (ma sempre, va detto, con tanto di scuse) e anche “visite” di ragazzi africani che verrebbero a fare conoscenza con le nuove arrivate.
Tutto nella norma, ma per un paese come Primaluna abituato alla serenità della Grigna e alla routine del lavoro e dei vecchietti a passeggio col cane, vedere queste scene tipiche di qualche grande città metropolitana italiana crea scalpore.
La questione sollevata a Primaluna e non solo è: va bene la solidarietà, la comprensione e la tolleranza ma la buona educazione e il rispetto altrui dovrebbero rappresentare la regola numero uno, in qualunque condizione o stato le persone siano.
A Primaluna è così? Nei prossimi giorni proveremo a dare risposte a questo interrogativo, attraverso un’inchiesta e con le parole dei diretti interessati.