“La Svizzera, la Svizzera, la Svizzera, la Svizzera,
la Svizzera, la Svizzera, la Svizzera… xe una nazion”
(Canzone triestina – almeno così ho letto)
Beccato! In flagrante o, come dice uno che conosco e ogni tanto confonde il reato con le brioche, in “fragrante”.
Troppo occupato a guardare le pecore, né più ne meno di una pecora stessa; troppo focalizzato sull’obiettivo da perdermi in un gomitolo di lana.
Non erano asini. No. L’unico esemplare di questa nobile razza era quello dietro il computer che scriveva bel bello il suo domenicale immaginando quel che non c’era.
Perché il quadrupede era un mulo, e scusate se è poco.
Non me ne sono accorto io, ma uno degli affezionati lettori che prontamente e opportunamente ha telefonato al Direttore il quale, altrettanto prontamente e opportunamente, mi ha comunicato che la prossima volta devo stare più attento.
Ed a poco è valsa la scusa che non avendo fatto l’alpino poteva essermi concessa un’attenuante: come è possibile che un valsasnatt non capisca chi c’è sotto due orecchie?
Quindi niente da fare. Beccato in flagranza e cartellino giallo.
Mi consolerò con una brioche.
Intanto, dopo le molte scuse al mondo, una domanda: ma voi, tutti gli altri intendo, ve ne eravate accorti?
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E vi siete accorti che, dopo Toro Seduto, ha fatto il suo ingresso nel campo di battaglia anche Lancillotto?
Bene, adesso non ci resta che aspettare Parsifal, colui che avendo il cuore puro fu ammesso a vedere il Graal, e poi siamo a posto, direbbe qualcuno.
Ma cosa ne penserà Ginevra? Boh. Difficile dirlo. Se è come nei film si innamora di Artù, si sposano, diventano re e regina e tutto finisce in gloria tra gli applausi e i titoli di coda (per il film del 2004 Hans Zimmer scrisse un’epica “Woad to ruin”, dove “woad” è il guado e “ruin” le rovine).
Nel nostro caso un esito del genere (parlo del matrimonio, non delle rovine) appare improbabile, anzi, totalmente impossibile. Troppo distanti i due protagonisti: un de scià, un de là, Bretoni e Sassoni, Guelfi e Ghibellini, Pizzo e Legnone, Bedoi e Giumell.
Immagino che il censimento dei rispettivi eserciti sia stato già completato e che sia in corso una campagna di arruolamento a tutto campo per stanare i possibili disertori e convincere gli indecisi a sventolare una bandiera.
E guadare il Fraina.
Però, Artù e Ginevra, che bella storia…
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A proposito di Ginevra.
La Svizzera è uno stato federale composto da 28 cantoni, misura 41.285 chilometri quadrati e conta circa 8.450.000 abitanti. Secondo gli ultimi dati disponibili ha un esercito composto da 220.000 effettivi. Dispone di carri armati (principalmente Leopard 2), aerei da caccia come gli F/A 18 Hornet e i Northrop F-5 E/F Tiger, elicotteri di vario genere e droni. Non è dato conoscere con esattezza il numero delle armi convenzionali di cui la Confederazione dispone.
Dal 1506 le Guardie Svizzere servono il papato.
L’Albania, invece, è una nazione di circa 29.000 chilometri quadrati abitati da quasi 2.900.000 persone. La forza terrestre dell’esercito albanese è composta da 16.000 militari in attività e da 35.000 riservisti. L’Albania dispone di una flotta navale composta da alcuni pattugliatori, diverse motovedette e dragamine. L’aviazione albanese attualmente dispone di alcuni tipi di elicotteri. L’Albania fa parte della NATO.
Nel 1979 alla religiosa albanese Agnes Gonxha Bojaxhi è stato consegnato il premio Nobel per la Pace.
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Anno di grazia 2015, mancano pochi giorni all’inaugurazione del primo Nameless in Valsassina.
Ufficio di coordinamento. Ultimi ritocchi burocratici, è la prima volta, non si può sbagliare, tutti hanno detto la loro e chissàmmai cosa succederà.
E qualcosa, in effetti, succede.
Si apre la porta ed entra un signore. E’ un filo agitato. Dagli stivali è un cavaliere: forse Parsifal? Che alla Fornace sia nascosto un Graal? Vuoi vedere che sa che costruiranno un museo…
“Chi è il responsabile qui?” chiede ai personaggi seduti attorno alla tavola rettangolare.
I “responsabili” si guardano in faccia. L’aria improvvisamente si fa tesa e ognuno cerca di immaginare cosa mai vorrà quel signore dal “responsabile”.
“Perché?” controbatte d’istinto uno dei presenti cercando di prendere tempo a vantaggio della causa “val” Sassone.
“Vi avviso – dice Parsifal – mi sono premunito. Quindi se succede qualcosa…”
L’aria da tesa diventa difficile da respirare.
“Cosa dovrebbe succedere?” domanda ancora il portavoce dei ValSassoni.
“Non so – risponde Parsifal – ma voi dovete sapere che sono attrezzato per dichiarare guerra all’Albania, alla Svizzera ancora no, ma all’Albania sì”.
Sospiro di sollievo generale.
Poi, così come è entrato, Parsifal se ne esce lasciando dietro sé molti dubbi e una certezza.
La Svizzera, per il momento (ma solo per il momento), non corre alcun rischio.
Il Graal non so.
Buona domenica.
Riccardo
Benedetti
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