VALSASSINA – “Lasciate stare i cerbiatti, non avvicinatevi, non accarezzateli e non fatevi intenerire. Li condannereste a morte“. L’appello arriva dopo una serie di condotte sbagliate che, seppur senza cattiveria, recano danni irrecuperabili ai piccoli animali.
È questo un periodo di nascite per cervi e caprioli, ed è del tutto normale che nei primi istanti di vita le madri li lascino soli per gran parte della giornata raggiungendoli esclusivamente per allattarli e dar loro le prime cure. I piccoli cercano quindi rifugio, acquattandosi nell’erba alta in attesa che la cerva torni e, secondo i tempi dettati da Madre Natura, li riconosca come propri.
Spesso capita così che gli escursionisti li scovino, e inteneriti vi si avvicinino per accarezzarli se non addirittura portarli “nel mondo civile” per consegnarli a veterinari o guardie forestali. Un gesto che seppur mosso da finalità nobili si rivela letale per il cerbiatto.
Una volta “segnato” dall’odore umano il piccolo Bambi non verrà più riconosciuto dalla madre e, lasciato solo nel suo nascondiglio andrà incontro a morte certa. Se la fortuna lo assisterà potrà sopravvivere in cattività, venendo svezzato in centri di recupero e affidato poi a parchi faunistici.
La raccomandazione quindi è semplice: i cuccioli di cervo e capriolo non vanno toccati.