Se l’amore non fosse la prova della nostra autenticità cristiana, le nostre messe diventerebbero un’abitudine, un adempimento, un rito vuoto di quelli che Gesù condannava: il Padre Nostro sarebbe una menzogna sulle nostre labbra indurite dall’indifferenza; e la comunione un mangiare da soli, senza che ci importi del mondo e degli altri.
Oggi (in questi giorni) è il giorno della carità, anche se tutti i giorni devono esserlo, perché l’amore non è un qualcosa di aggiunto, ma di congenitamente cristiano. Dobbiamo scegliere l’amore davanti all’egoismo indifferente, se vogliamo sopravvivere.
Il giorno del Corpus Domini ci offre l’opportunità di rivedere le nostre celebrazioni eucaristiche e le nostre comunioni. Vogliamo sapere se le nostre celebrazioni eucaristiche sono vere o false? C’è una prova che non fallisce: è l’amore nel dividere con gli altri nostri fratelli!
Al sacerdote che ci offre l’Ostia consacrata dicendo: “Il Corpo di Cristo” rispondiamo “amen”. Ebbene, questo “amen” è una mirabile sintesi di fede nell’Eucaristia, è tutto un programma di vita, è un “amen” troppo serio, è un si chiaro all’amore fraterno, del quale il sacramento dell’Eucaristia è e deve essere davanti agli altri segno visibile e vero!
Don Graziano
vicario parrocchiale
Domenica 18 giugno 2017
Solennità del Corpus Domini