LECCO – È stato assolto perché il fatto non sussiste il pasturese G. O. di 75 anni, accusato del reato di uccisione di animali per aver investito la cagnolina di un conoscente, con il quale non ha un buon rapporto, che era poi morta la mattina dopo.
I fatti risalgono all’agosto del 2013 quando la persona oggi parte civile di questo procedimento stava salendo in moto, seguito dal suo cane, la strada che porta al Pialleral e all’altezza della stanga che separa la strada pubblica da quella privata ha incontrato l’imputato, che per scendere con la sua jeep stava aprendo la stessa stanga.
“Nell’aprirla l’ha sbattuta in terra e io gli ho urlato se anche con le porte di casa sua avrebbe fatto così, lui non mi ha risposto è rimontato in macchina ed è partito. Io gli ho gridato di fare attenzione al cane che si trovava sul selciato erboso della strada, ma lui non mi ha ascoltato e lo ha investito con le ruote del lato destro, poi è sceso, ha richiuso la stanga e se ne è andato”.
Questa stessa scena è stata tuttavia descritta in modo diverso sia dall’imputato sia da una coppia di testimoni, amici tuttavia dell’investitore, come ha ricordato l’avvocato Magni della parte civile. Secondo queste testimonianze infatti si sarebbe trattato di un incidente, dal momento che il cane sarebbe scappato via dalle gambe del padrone per finire in mezzo alle ruote della jeep e sarebbe poi stato investito dalle ruote del lato sinistro.
Il quattrozampe poi era stato accompagnato dalla veterinaria la sera stessa, la quale come ha spiegato oggi in aula al giudice Manzi, non ha riscontrato lesioni o fratture se non una contusione polmonare. Le terapie prescritte e le ore di osservazione non hanno potuto però salvare la cagnolina, morta la mattina seguente per un’emorragia causata dalla rottura di un vaso sanguigno importante, che non poteva essere diagnosticata con i limitati mezzi ambulatoriali.
M. V.