Lario Reti Holding è interessata da scelte di carattere straordinario in merito ad ipotesi di alleanze, fusioni e/o cessioni di asset nell’ambito di un accordo che vede coinvolte altre società pubbliche di servizi del nord della Lombardia, il tutto sotto la regia di A2A. Un passaggio estremamente critico per i Comuni soci del nostro territorio, che debbono prestare la massima attenzione affinché il solido e fruttuoso patrimonio costruito in questi decenni non vada disperso o anche solo diminuito.
In questo quadro così delicato il Partito Democratico – o per meglio dire qualche modesto “capataz” in cerca di ruolo post parlamentare – ha evidenziato una conduzione padronale e settaria dell’azienda, intesa come affare di taluni anziché di tutti: ha infatti provveduto a nominare l’organismo di revisione contabile mettendoci come presidente un commercialista chiaramente e storicamente riconducibile alla sua parte politica (persona sulla quale non nutro alcun dubbio circa l’altissima professionalità, tanto quanto non dubito in merito alla sua appartenenza). A nulla sono valse le richieste di qualche Sindaco circa la possibilità di un rinvio, anche in ordine ad un minimo di galateo istituzionale nei confronti di alcuni Comuni comaschi interessati al voto in queste ore. Nisba. Si intuisce come ci sia fretta di avere saldamente in mano tutto, specie i luoghi deputati al controllo, in vista delle prossime decisioni. E tutto è saldamente in mano: un consiglio di amministrazione a prevalente trazione PD, la presidenza del Comitato dei Sindaci e ora, dulcis in fundo, il Collegio dei Revisori. E tutto sta, in prospettiva, sotto le stelle di A2A, straordinaria azienda i cui maggiori soci sono due comuni del PD (Milano e Brescia). En plein, verrebbe da dire, se sul tavolo vi fossero le fiches e non i soldi dei cittadini.
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