BARZIO – Fatti che sono noti ma che, messi insieme, assumono la valenza di una notizia vera e propria. Perchè il soggetto (Samuele Viganò, 32 anni) e l’oggetto (il Plis di Barzio) rappresentano una persona “popolare” ed un progetto di grande rilievo e se vengono attraversati da una polemica politica e personale il tutto rischia di esplodere. Anzi, in realtà il ‘botto’ c’è già stato. Ieri sera, ma prima ancora.
Andiamo con ordine. Viganò entra nella maggioranza del Ferrari/2 come consigliere, con delega a Turismo e Giovani; viene designato a rappresentare Barzio in Comunità Montana e tutto fila abbastanza liscio tra il 2014 e il 2016. Poi, qualcosa “si rompe”, nei rapporti con sindaco e colleghi di lista. Questioni che secondo qualcuno sono più personali che politiche, fatto sta che che “Samu” molla: abbandona il gruppo di Nuova Barzio, lascia l’incarico a Pratobuscante e la maggioranza “perde un pezzo”. Il che non crea problemi di tenuta, ma certo segna un po’ la situazione in consiglio.
Ieri sera, l’approvazione del PLIS di Barzio con il via libero definitivo alla variante del Pgt che fa nascere il primo Parco locale di interesse sovracomunale di tutta la Valsassina. Un progetto che ha impiegato circa otto anni per vedere la luce, in pratica i due mandati del sindaco Andrea Ferrari. Parco condiviso da sempre da Viganò il quale però martedì ha deciso di astenersi. Non una, due, tre volte ma in decine e decine di casi. In pratica, un non voto su tutte le osservazioni e i passaggi correlati al nuovo PLIS barziese.
Perché? Apparentemente in contraddizione con le sue posizioni prima della rottura con i suoi compagni di schieramento, è lo stesso consigliere ormai “autonomo” a spiegare la propria insolita posizione:
“Condivido ancora il progetto ma non le modalità di condivisione. Contro il PLIS non ho assolutamente nulla, è una cosa condivisa e non ho mai detto che non mi va bene altrimenti dicevo che ero contrario… Spiego allora la scleta dell’astensione, assolutamente legittima e motivata in consiglio. Ho appreso solo ieri che più volte la maggioranza e la minoranza si sono riunite in un ‘consiglio tecnico’. Infatti ricordo che Bianchi ha sempre detto che voleva che tutto il consiglio venisse chiamato ed interpellato sul PLIS. Ma a me nessuno mi ha chiamato, quindi ho detto in consiglio che se istituzionalmente è corretto che non venga chiamato – perchè ora facente parte di nessun gruppo e quindi indipendente – ho detto che politicamente e personalmente di sicuro qualcuno deficita per convenienza, affinchè io non venga chiamato. Né più né meno, tanto è vero che se non volevo questo progetto avrei votato contrario sin da subito. Il mio voto è stato un voto di protesta, perchè se vogliamo fare le cose per il bene di Barzio allora almeno personalmente era giusto chiamarmi… Non sono stato chiamato, giustamente per normativa, ma personalmente o quantomeno politicamente era a mio avviso corretto farlo. Nulla da dire sul PLIS che a mio avviso è stato un lavoro enorme, infatti ci sono voluti 8 anni per farlo. Mi direte “scelta tua”: sicuramente risponderò di questo, ribadisco è stato un voto di protesta nei confronti di una maggiornaza che forse ancora toccata dalla mia uscita (o forse già a conoscenza che sta nascendo la terza lista) poteva comportarsi diversamente. Scelta mia, scelta della maggioranza… non dico nulla ma so solo che esco dal consiglio come persona accusata di non saper scegliere ma a mio avviso è stato peggio ciò che ha fatto la minoranza che ha preso e se ne è andata via. Però rispetto la decisione”.