MOGGIO – Un volo pauroso, praticamente in diretta tv, tra i tornanti della Culmine di San Pietro. Protagonisti, insieme al ciclista Munoz, le donne e gli uomini del Soccorso alpino.
Era il 16 maggio del 2009 e la carovana del Giro d’Italia, partita da Morbegno, stava attraversando la Valle per raggiungere il traguardo di Bergamo. Scollinato il passo tra Moggio e Vedeseta, Pedro Horrillo Munoz attaccò la discesa a velocità molto sostenuta e bastò pochissimo perché perdesse il controllo della bicicletta e volasse oltre la ringhiera.
L’atleta Rabobank finì nel burrone e tra l’apprensione di tutti gli appassionati che in quel momento seguivano la corsa intervennero il Soccorso Alpino e gli operatori 118 di Bergamo. Il basco, fido gregario di Freire, venne raggiunto, era vivo. L’elicottero lo trasportò in ospedale con un trauma cranico ed un trauma toracico, varie fratture tra cui una, esposta, al femore.
Dopo qualche giorno Horrillo fu risvegliato dal coma e sottoposto ad alcuni controlli, che non rivelarono alcun danno cerebrale. Venne poi trasferito in un ospedale spagnolo, dal quale venne dimesso il 22 giugno, cinque settimane dopo l’incidente.
Pur essendosi ripreso perfettamente, decise che la nona tappa del Giro 2009 sarebbe stata la sua ultima gara, e si ritirò dall’attività senza partecipare a nessun’altra corsa.
Il Cnsas ha rese disponibili alcune immagini di quella che tutti ricordano come una storia a lieto fine, che fa comprendere il motivo per cui il Soccorso alpino sia sempre presente con le proprie squadre ed i propri sanitari in tutte le tappe montane del Giro d’Italia.
C.C.