LECCO – Il giudice del tribunale lecchese Salvatore Catalano ha mandato assolto dalle accuse di danneggiamento e frode in pubbliche forniture il 55enne Pier Giorgio Romiti (figlio del notissimo manager Fiat Cesare), chiamato in causa nella sua veste di presidente della Saceccav S.p.a. – già Saceccav Gestioni – di Desio che aveva a suo tempo la gestione del S.I.I., il Servizio Idrico Integrato per conto del Comune di Taceno.
I fatti avvennero nel 2012, con uno sversamento nel Pioverna di liquami e acque reflue, scoperto dall’allora Corpo Forestale dello Stato (oggi “assorbito” dai carabinieri) dopo la segnalazione di una pescatore sulla morìa di pesci nel torrente. A febbraio dello scorso anno il via al processo a Lecco (vedi nostro articolo). L’accusa: tra novembre 2011 e maggio 2012 la Saceccav avrebbe omesso di attivare, mantenendolo non funzionante, l’impianto di telecontrollo della stazione di pompaggio di Pasturo.
Il perito della difesa, il professor Raffaello Cossu ha spiegato con dati e slides il sistema di smaltimento, rimandando al mittente le accuse di inquinamento, mentre l’imputato ha reso una deposizione spontanea sull’attività della Saceccav.
A difendere il figlio di Cesare Romiti la famosa penalista Giulia Bongiorno che nella sua arringa ha chiarito punto per punto le accuse di smaltimento illegale, inquinamento e omissione di controllo) ma già il PM (Il Vpo Mattia Mascaro) aveva escluso Romiti dalla presunta frode, chiedendone l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.
Il giudice Catalano ha quindi assolto il manager dopo una breve camera di consiglio.