A volte si incontrano dei buoni cristiani che si chiedono angosciati: “Dopo aver compiuto fedelmente i miei doveri religiosi, sarò salvo o condannato?” Interrogarsi sulla salvezza e desiderare la vita eterna é conseguenza logica della nostra fede nella vita futura, che é anche l’oggetto della nostra speranza. Ma non bisogna incorrere in deformazioni religiose.
Davanti al permissivismo sociale e morale di oggi, la porta che può chiudersi non indica un moralismo coercitivo, ma la responsabilità, fratellanza e servizio al fratello difronte all’egoismo, all’aggressività e alla violenza; controllo e dominio del consumismo difronte all’idolatria del denaro e dei beni materiali; infine, assimilazione del programma evangelico di santità che Gesù ha esposto nel discorso della montagna e la cui introduzione sono le Beatitudini.
La parabola di oggi è per tutti, un invito di Gesù alla conversione radicale del cuore per conquistare il Regno, perchè solo i valori lo raggiungono. Conversione urgente, prima che si chiuda la porta, domani può essere tardi. Proviamo una sensazione molto sgradevole quando perdiamo il treno, l’auto o l’aereo per un viaggio già programmato; la situazione ci mortifica e ci esaspera dipiu se lo abbiamo perso per colpa nostra, per essere arrivati tardi a causa del tempo sprecato in cose che potevano essere rimandate.
E se arrivassimo tardi al Regno di Dio?
Don Graziano
vicario parrocchiale
Domenica 23 luglio 2017
Rito Ambrosiano – Ciclo “A”
Settima domenica dopo Pentecoste
Lc 13, 22 -30