7 agosto. L’inaugurazione è come un Capodanno: siamo in tanti dietro quel nastro che divide il cinquantuno dal cinquantadue, tutti pronti a stappare la nuova edizione. Siamo in tanti ad aspettare che Don Lucio chieda a chi può di dare un’occhiata benevola al Pratobuscante, e chissà che oggi non abbia ascoltato per davvero il nostro Pater Noster visto lo scampato pericolo del pomeriggio.
Ci ripromettiamo sempre di non essere ossessionati dal tempo ma, inevitabilmente ed ineluttabilmente, l’unica pagina sempre aperta sul pc è quella di un radar forestiero dove i colori dell’arcobaleno disegnano l’avanzare ondivago e inarrestabile delle gocce di pioggia. Il trascorrere degli anni ha originato in alcuni di noi delle certezze da esperto: ieri, per esempio, nonostante l’orizzonte preannunciasse un ciclone tropicale associato ad imprevedibili conseguenze, è stato deciso di aprire tutti i parcheggi ancora chiusi in via cautelativa. A dire il vero, personalmente avrei preferito attendere una mezz’ora in più (si sa mai, la tempesta perfetta avrebbe potuto virare bruscamente e scendere violenta dalla Grigna) ma c’è stato chi, non so se incoraggiato dal Pater Noster del Don Lucio, dall’inno nazionale dei musicanti di Barzio (tenderei ad escluderlo) o da una improbabile laurea in meteorologia conseguita a mia insaputa, ha scommesso e vinto, per cui tanto di cappello e, visto il tema, anche di ombrello.
Io, più laicamente e da consapevole profano, sono invece convinto che, tutti assieme, abbiamo avuto una buona dose di quella parte del corpo uso ad essere posato sulla quadrega, la quale, notoriamente e tradizionalmente, è associata proprio al tempo in una frase caratterizzata da molte “u” che ne definisce l’assoluta indipendenza e libertà di espressione.
Oggi, intanto, è lunedì ed il vangelo secondo Locarno Monti lascia ben sperare.
Non potendo richiamare la banda per l’inno, escludendo a priori una iscrizione al CEPU per un corso di laurea accelerato in meteorologia e risultando improponibile una seconda benedizione (sembra non abbia valore trattandosi di evento concesso una tantum ad ogni manifestazione e quindi non ripetibile), non ci resta che fare affidamento sulla benevolenza della sopracitata parte del corpo.
E così sia. Sperando che sarà…
R. B.
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