SAGRA, ULTIMA FRONTIERA. DAL DIARIO DEL DIRETTORE – GIORNO SETTE



12 agosto Ho cercato un’espressione capace di riassumere lo stato d’animo mio e di molti altri che stanno condividendo questa cinquantaduesima Sagra. Alla fine l’ho trovata. E alla fine la troverete anche voi.

Non ricordo, nelle ventisei edizioni che ho sulle spalle, di aver mai vissuto una situazione simile. D’accordo, pioveva, i temporali, qualche volta il vento. Un anno, ancor oggi da molti ricordato, facemmo intervenire dei trattori per disincagliare le auto affondate nei parcheggi; ma il tutto, per così dire, rientrava nel contesto di un gioco leale. In fondo, la Sagra e il maltempo sono sempre stati accomunati dall’immaginario collettivo locale, per cui quando sai che devi combattere ti attrezzi. Il problema è che quest’anno il nostro avversario si è rivelato subdolo e ingannatore come mai, nonché dotato di armi esplosive di nuova concezione alle quali dovremo, evidentemente, abituarci e porre rimedio. Mi sono sentito un po’ come uno dei Miniconjou di Piede Grosso circondato dal settimo cavalleria a Wounded Knee. Io ho una freccia, loro la mitragliatrice e capite bene che se un uomo con la freccia incontra un uomo con la mitragliatrice la storia è già scritta e non c’è bisogno che ve la racconti.

Vorrei fare dell’ironia ma è difficile. Potrei scrivere che peggio di così potrebbe esserci sono una’invasione di alieni (immagino il cielo oscurarsi mentre l’astronave emerge dalla Grigna) o una dichiarazione di guerra da parte della Corea del Nord, ma non sono certo delle reazioni degli espositori, per cui non mi sembra il caso.

Lascio perdere perché mi metto nei loro panni: sono qui a lavorare, mica a fare le vacanze. State voi dietro un banco dalle 10 del mattino alle 11 di sera mentre fischia il vento e infuria la bufera; qualcuno mi ha suggerito che si tratta di “rischio d’impresa” e sono d’accordo, ma, di solito, il rischio è calcolato o quantomeno calcolabile e non prevede l’arrivo del settimo cavalleria, degli omini verdi o di un missile nucleare.

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arcobaleno meraviglioso da introbio

Giorno sette. Ieri sera c’era l’arcobaleno. Stamattina fa fresco ma il cielo finalmente è sereno e mi dicono che dietro la Grigna non ci sono astronavi in agguato. Visto che Kim Jong-il sta pensando a come invadere un’isola nel Pacifico penso “Che sia la volta buona?”. In ogni caso, a scanso di equivoci o malintesi, certo di interpretare un sentimento comune e sicuro che ciò non comporterà nei miei confronti levate di scudi da parte dei soliti moralisti che popolano questa ed altre vallate del pianeta Terra, esprimo in una parola composita e di (credo) universale ed univoca comprensione, il mio più vivo risentimento verso quel che è stato e quel che speriamo non sarà più.

Vadavialcù! (Anche la rima, perbacco!).

R. B.


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