Tre sono i personaggi in scena: Erode Antipa, figlio di Erode il Grande, il Battista, la cui presenza aleggia nella mente e negli incubi del suo assassino e nella fama del popolo, e infine il nuovo maestro Gesù di Nazaret. Convinto di avere fatto tacere per sempre la voce fastidiosa e irrispettosa del Battista, Erode teme che all’orizzonte appaia un nuovo pericoloso testimone della giustizia.
Il suo desiderio di “vedere Gesù” non ha, quindi, nessun connotato spirituale di autentica ricerca interiore. Il pensiero dell’evangelista Luca corre a quell’episodio che egli solo racconta all’interno della Passione di Gesù: l’incontro tra Gesù ed Erode. Le parole che là l’evangelista scrive sono il più bel commento a questo vano desiderio del re, espressione di certe forme di xuriosità magica e superstiziosa che nulla hanno da spartire con la vera religiosità: “Vedendo Gesù, Erode si rallegra molto, perché da tanto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da Gesù. (Lc 23-8).
Ma quando il cuore è indurito, non possiamo riconoscere il vero volto di Dio! Dobbiamo liberare il nostro cuore dall’egoismo per far spazio a Gesù e alla causa del suo Regno: solo così potremo scorgere in Gesù di Nazaret e nel suo amore appassionato per i poveri e i piccoli il vero volto di Dio!
Signore Gesù, aiutaci ad appassionarci a quello che tu hai fatto e hai detto fino a confessarti come Signore della nostra vita!
Vangelo: Lc 9, 7-11
Don Graziano, vicario parrocchiale
Domenica 3 settembre 2017