Assicurare il pane all’uomo è una grandissima benemerenza e chi può farlo ha costantemente nelle mani una grande leva di potere sull’umanità. Come ha detto Gesù: “I poveri li avrete sempre con voi”, anche perché in questi tempi di grande progresso e di opulenza, non solo ci sono milioni di poveri nel mondo, ma addirittura milioni di affamati. Figuriamoci quale accoglienza non avrebbe oggi uno che passasse nelle contrade più diseredate del mondo a moltiplicare e distribuire grano o farina o pane bello e confezionato!
E’ l’ipotesi che prospetta Dostoevskij riguardo al successo di Gesù alla conquista sua del consenso umano: ma perché quei cinque pani che moltiplicò per i cinquemila non ha continuato ad assicurarli nei secoli a tutta l’umanità sempre assillata dal problema della fame?
Lo scrittore russo ha una sua risposta: Gesù non intendeva in nessun modo riscattare l’uomo, prendendolo per la gola, umiliare la sua dignità strumentalizzando un bisogno che non aveva nulla a che vedere con la coscienza libera.
Il pane della fame fisica dell’uomo, Dio lo ha affidato al lavoro dell’uomo, al suo senso di giustizia e alla fecondità della terra. Quando difronte al problema, disse ai suoi discepoli: “Date voi da mangiare” non era una sfida all’impotenza, ma un appello alla loro capacità di uomini. La fame umana non è mai un problema di produzione, ma di giusta distribuzione.
Nel Vangelo di oggi, nel miracolo di Gesù e nel drammatico colloquio con il popolo che ne seguì, il significato non è sociologico, ma probabilmente religioso. Gesù non intendeva che preparare quella gente ad un altro miracolo: quello Eucaristico! “Io sono il pane vero”! E dalle sue parole emerge subito il rapporto tra i problemi spirituali e i problemi umani. Se Gesù non diventa il nostro “Pane di Vita”, non ci può essere per noi soluzione del problema della fame.
Annegheremo nella ricchezza, faremo scoppiare il nostro stomaco, gonfiremo sino al ridicolo il nostro ventre, ma milioni continueranno a morire di fame. Ogni problema sociologico è, a monte, un problema d’amore. E Gesù è “Pane di Vita” per nutrirci di amore fraterno che è la cosa più necessaria della nostra esistenza, infinitamente più del pane e dal quale il pane dipende.
Don Graziano
vicario parrocchiale
Domenica 24 settembre 2017
Quarta domenica dopo il Martirio di San Giovanni il Precursore
Ciclo “A” – Rito Ambrosiano
Gv 6, 24 – 35