Spett.le Redazione,
sono un appassionato di trekking che, per sfuggire al grigio di città, viene spesso in Valsassina.
Il giro fatto qualche giorno fa nella valle del Forno, a Premana, mi ha lasciato però un po’ l’amaro in bocca perché, costeggiando il torrente, ad un certo punto ho visto . Davvero una brutta immagine che mi ha fatto pensare a qualcosa di malato e che, parafrasando una famosa opera letteraria mi ha fatto pensare a “se questo è un fiume”.
Proseguendo il mio cammino ho poi capito l’origine di questo prosciugamento, una presa idraulica che intuba l’acqua per scopi idroelettrici, messa proprio sotto le case dell’alpe. Ho fatto qualche foto per mostrare a mia moglie, rimasta a casa, com’era adesso la valle che ricordavo diversa, più viva e che avevo visto con lei anni prima.
Mi sono permesso di scrivere queste poche righe, anche per sfogarmi un poco e per dire quanto poco ci vuole per rovinare l’ambiente.
Un torrente già provato dalla siccità viene “ucciso” da un’altra opera dell’uomo, come si vede nelle foto che mi permetto di inviare.
Non so chi abbia fatto quest’impianto ma, da uomo di città, non posso che dispiacermi molto per la gente di Premana e per la gente che abita le case dell’alpeggio che, magari come me, cercano nella natura quella bellezza e quell’armonia che nessun opera umana o interesse economico potrà mai dare.
Certo parlando di economia mi permetto di dire che, a mio avviso, queste “meraviglie di cemento” non aiutano molto il turismo.
Lettera firmata