CAVA DI CORTABBIO SIGILLATA/PARLA LA PROPRIETA’: “ABBIAMO PROVATO IN TUTTI I MODI A TRATTARE COL COMUNE”. CINQUE OPERAI A CASA



GARBAGNATE MONASTERO – C’è sconcerto alla Cava di Cortabbio srl di Garbagnate Monastero, dove ha sede la società titolare dell’attività chiusa in modo clamoroso (ed evidente) ieri dal Comune di Primaluna. Parla con VN Monica Sangiorgio, socia con la sorella Paola della srl che si è vista sigillare l’area di estrazione di Cortabbio, con tanto di presenza dei Carabinieri “a supporto” dell’intervento del Comune.

CARIBONI SANDRO 1P“Il contratto con il Comune di Primaluna è scaduto a fine 2014 – racconta – ma fin da prima avevamo cercato di trovare un accordo, senza trovare risposta. Per questioni tecniche si è potuto tirare avanti fino al 31 dicembre dell’anno dopo, ma poi non c’è stato verso di venire a un compromesso col municipio. Allora abbiamo provato a capire come fare, anche eprché nonostante la crisi dell’edilizia alla quale la nostra attività è strettamente legata, l’azienda aveva margini per proseguire. Agli atti abbiamo trovato una manifestazione di interesse per la cava da parte di una ditta valsassinese, anche in questo caso c’è stato il tentativo di raggiungere un qualche accordo ma nulla da fare. Fino alla conclusione di ieri, fin troppo spettacolare. C’è chi si sente un po’ attore da cinema anziché fare il proprio lavoro nel pubblico…”.

Voi comunque eravate lì in violazione della proprietà, che è appunto del Comune…
“Guardi, loro hanno proceduto in base alla sentenza del Consiglio di Stato che effettivamente si è appiattito sul giudizio espresso dal TAR. Qui però c’è da capire se si deve penalizzare un’attività che produce anche se non soprattutto lavoro: con il blitz effettuato ieri, una giornata a discutere per mettere dei lucchetti, finiscono a casa cinque persone – oltre a venire interrotta una produzione”.

Per la cronaca si tratta di tre valsassinesi, un lecchese e il figlio di una delle titolari della ditta. Cinque posti di lavoro “lucchettati” in un periodo in cui l’occupazione rappresenta una autentica emergenza sociale. Dall’altro lato, il diritto del Comune di riavere il proprio terreno utilizzato abusivamente. Un bel problema, per ora risolto nel modo forse peggiore.

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