Credere e non credere presuppone un giro copernicano nell’assistenza di una persona, perché tocca l’atteggiamento vitale davanti a Dio, ai fratelli, al mondo, al lavoro, alla famiglia e alla convivenza umana. Abbiamo bisogno di credere con fermezza per raggiungere la maturità di una fede adulta perché quella infantile, pur essendo vera, resta piccola per tutta la vita!
Nostro dovere e nostro diritto è approfondire, studiare la fede cristiana, non per razionalizzarla, ma per illuminarla con dono dello Spirito. “Credere a occhi chiusi” come si diceva una volta, serve sempre di meno per i tempi che corrono; e l’ignoranza religiosa è sempre di più un serio peccato del cristiano.
Dato che la fede è dono di Dio, dobbiamo chiedere al Signore una fede sempre più grande e più personale per affrontare con successo tutti i problemi che sorgono quotidianamente nella nostra vita. Su esempio e per intercessione di Maria, ripetiamo la preghiera degli apostoli: “Signore, aumenta la nostra fede!”
Oggi, Signore, ti benediciamo con Maria, tua Madre, ma riconosciamo che la nostra fede è immatura: non sappiamo credere con fermezza, stabilità ed equilibrio, perché non sopportiamo le avversità e non ti lodiamo nella prosperità.
Per seguirti veramente, o Gesù, concedi a noi di recepire l’esempio di tua Madre Maria di Nazareth, la donna credente, la prima cristiana.
Don Graziano vicario parrocchiale
Domenica 17 dicembre 2017
Solennità della Divina Maternità della Beata Vergine Maria
Rito Ambrosiano17