VALSASSINA – “Una monetina a te, una a te, una pure a te, così fanno tre”. È uno scenario impietoso, sconvolgente, che dipinge una realtà dai toni cupi e con risvolti sociali drammatici quello che emerge dai dati del giocato alle slot machine nell’anno solare 2016 in Valsassina. Un problema che non è di altri e che testimonia quanto pesantemente le macchinette riescano ad incidere sulle tasche dei valsassinesi, arrivando a svuotare portafogli per milioni di euro, una monetina dopo l’altra. Gli elenchi sono stati diramati da AAMS – agenzia delle dogane dei monopoli.
Non si arricchisce nessuno, beninteso, e ci impoveriamo tutti perché il fenomeno del gioco d’azzardo indebolisce il tessuto sociale, annichilendo il potere d’acquisto e in alcuni paesi ogni abitante arriva a spendere fino a mille euro all’anno in cerca di guadagni illusori ed effimeri. Un vero e proprio schiaffo a chi minimizza: indubbiamente parte delle cifre giocate sono finti ricavi del gioco stesso che il giocatore non incassa preferendo tentare nuovamente la sorte, ma è altrettanto vero che le slot machine non sono l’unica forma di azzardo legale facilmente accessibile – e a completare l’offerta arrivano gratta e vinci, lotto, scommesse sportive ed altro.
Una Valle che gioca e perde forte con un centinaio di macchinette insaziabili che non aspettano che qualche incauto ci si avvicini; una vera e propria patologia la ludopatia, che andrebbe affrontata di petto rendendo noti i progetti di prevenzione già in essere, implementandone di nuovi in aree di gioco circoscritte e monitorate come Casargo o Introbio, dove la situazione sembra essere particolarmente grave.
CASARGO COME MILANO. IL ‘CASO’ BARZIO
Il Lecchese in generale è nelle prime posizioni a livello nazionale di questa spiacevole classifica e il paese dell’Alta Valle spicca tra quelli del nostro territorio, essendo l’unico in cui si spendono più di mille euro a persona all’anno: rovinoso, specialmente se si pensa che Casargo è anche uno dei Comuni con il reddito medio più basso (17 mila euro annui) e con la popolazione più anziana. Per avere un confronto basti pensare che nel Comune di Milano dove il reddito medio è di circa 30mila euro annui il giocato pro/capite annuo è di 1.050 euro. Indubbiamente la statistica è influenzata dalla vicina Crandola – dove non ci sono slot machine – e nel panorama dell’Alta Valsassina è proprio Casargo il paese più recettivo dove quindi giungono anche turisti che potrebbero aumentare il giocato pro-capite dei residenti. Ma se fosse solo questo si applicherebbe anche a Barzio che invece è il paese valsassinese in cui si infilano meno monetine nelle macchinette (“appena” 146 euro a testa all’anno).
INTROBIO
“L’indice di virtuosità” calcolato da AAMS in una scala da 1 a 5 tiene conto del grado di permeazione del gioco di azzardo Slot in una determinata area e tra gli indicatori si riportano il numero di dispositivi, il volume di puntate in termini di euro e il numero di abitanti. Introbio e Casargo sono nelle posizioni più basse e nel paese del Centro valle si arriva a spendere 880 euro a persona all’anno:
Comune | Spesa totale per Comune |
Spesa annua pro capite |
Numero di Slot | “Indice “ (5 ok, 1 male) |
Casargo | € 852.000,00 | € 1.033,00 | 8 | 1 |
Introbio | € 1.760.000,00 | € 881,00 | 18 | 1 |
Cortenova | € 850.000,00 | € 715,00 | 8 | 2 |
Cassina V. |
€ 302.000,00 | € 633,00 | 4 | 2 |
Pasturo | € 1.076.000,00 | € 531,00 | 10 | 2 |
Ballabio | € 2.160.000,00 | € 531,00 | 29 | 2 |
Cremeno | € 836.000,00 | € 526,00 | 7 | 3 |
Margno | € 201.000,00 | € 523,00 | 3 | 3 |
Pagnona Primaluna |
€ 177.000,00 € 1.065.000,00 |
€ 485,00 € 463,00 |
2 13 |
3 3 |
Taceno | € 220.000,00 | € 410,00 | 4 | 3 |
Premana | € 785.000,00 | € 346,00 | 8 | 4 |
Vendrogno | € 95.000,00 | € 312,00 | 2 | 4 |
Moggio | € 98.000,00 | € 204,00 | 2 | 5 |
Barzio | € 198.000,00 | € 146,00 | 4 | 5 |
Crandola V. | — | — | 0 | |
Parlasco | — | — | 0 | |
Morterone | — | — | 0 | |
€ 9.610.000,00 | 109 |
CORTENOVA, PASTURO, CASSINA E GLI ALTRI
Scorrere la classifica qui sopra è uno stillicidio e riporta immagini del quotidiano, dove tra le luci ammaliatrici delle macchinette finisce il resto del caffè, poi un venti euro e un altro venti: i videopoker in Valle sono poco più di un centinaio e ogni anno raccolgono quasi 90mila euro ciascuno. I Comuni vacillano, ma anche quelli in cui il giocato “pro capite” è più basso non possono comunque bearsene, perché spesso e volentieri per non essere visto il giocatore seriale si sposta nel paese vicino e questo può distorcere la dimensione del problema, portando erroneamente a pensare che sia “di altri”.
LA CONTRADDIZIONE IMPEDISCE UNA SOLUZIONE?
Un sistema di gioco legale da cui l’erario riceve chiaramente un gettito diretto, ma che si accompagna a costi sociali che col tempo ricadono proprio in capo alle amministrazioni: il cane che si morde la coda ed è impensabile che siano le singole attività commerciali in cui si trovano le slot ad arginare il problema: togliere le macchinette non risolve la questione, se non accompagnato da una cultura del gioco responsabile. Il barista non ha né gli strumenti né i mezzi per affrontare la situazione ed in campo devono scendere le istituzioni sociali.
Valsassinanews è pronta a fare la sua parte, dando risalto alle iniziative che verranno segnalate.