PRIMALUNA – La chiesa di Primaluna, benché ampia, non ce l’ha fatta a contenere la folla arrivata a dare l’ultimo saluto a Sergio Selva, l’artigiano imprenditore caduto da un sentiero ghiacciato all’Alpe di Paglio domenica scorsa.

C’era gente da tutta la Valsassina, due sindaci in forma privata, quello di Primaluna Mauro Artusi e quello di Perledo Nando De Giambattista, quest’ultimo compagno di arrampicate in montagna nel corso di 14 anni.

E poi c’erano gli amici dei figli Franco e Marco, la squadra di MTC, i rifugisti, gl’imprenditori, uomini e donne votati alla montagna come rivelavano molti scarponi che hanno calpestato il pavimento della chiesa. Gente che è venuta a salutare uno che sentivano dei loro, uno che amava e conosceva i monti.

Sull’altare don Marco, che ha concelebrato la messa con un sacerdote amico di famiglia. Ha ricordato che “Bisogna sempre essere ‘pronti'” alla chiamata di Dio, perché Dio è la destinazione del passaggio terreno degli uomini. Nelle navate sono risuonate le voci limpide del coro di Cortenova diretto dal maestro Gilardoni.

E alla fine è arrivata lei, con il suo cappotto bianco e la treccia lunga a darle un tono di semplicità. Gianna la moglie di Sergio Selva ha letto una lunghissima lettera al marito, pensata, scritta e riscritta per due giorni.

Gianna Maroni in Selva è una donna che nel giro di pochi anni ha visto mancare al suo fianco prima il fratello Sandro e poi il marito.

E oggi ha espresso la sua volontà di tenere insieme la famiglia al di là e se si vuole ‘contro’ la morte. Il suo non è stato un addio ma un discorso molto intimo rasente alla poesia, parole intense capaci di far scoppiare nei presenti la commozione che si sa dalle nostre parti non è mai esibita, ma contenuta.

Lasciamo rispettosamente alla lettera stessa la diffusione del contenuto.
L’abbiamo pubblicata in un questo apposito articolo.