BARZIO – La proposta di delibera che viene sottoposta all’esame del Consiglio è tecnicamente corretta, ma è sostanzialmente sbagliata!
Ci troviamo in questa situazione non certo per errori nella stesura o nella revisione del bilancio comunale, non per l’interpretazione e l’applicazione della normativa, astrusa fin che si vuole, della gestione del fondo di solidarietà: queste hanno solo posticipato quello che era la conseguenza ovvia dell’istituzione dello stesso fondo di solidarietà.
L’avevamo previsto quando per la prima volta è stato applicato e avevamo detto “lamentiamoci, facciamo presente che il meccanismo è iniquo e perverso; ci stanno mettendo le mani nel portafoglio: diciamo a gran voce che non va bene perché se no succederà ancora e avverrà ogni volta che ne avranno voglia e bisogno! Barzio si faccia promotore di una protesta che porti alla revisione della norma”. Allora ci era stato risposto che non si poteva andare contro agli Enti superiori, che bisognava rispettare la legge.
Però poi a lamentarvi a Roma ci siete andati…! Peccato che abbiate affrontato la situazione ancora come problema tecnico e non politico. Avete chiesto a chi applica la legge e non a chi la predispone: è stato come lamentarsi con l’agente che vi irroga una sanzione ingiusta e non con chi quella sanzione
ingiusta l’ha disposta.
Parliamo del meccanismo perverso del “fondo di solidarietà” che determina il prelievo di una quota rilevante del gettito IMU che viene destinato dallo Stato a quelle Amministrazioni che ne hanno bisogno; guardando anche solo al nostro territorio sarebbe interessante sapere quali parametri fanno da riferimento!
Servirebbe inoltre a quelle amministrazioni in situazioni di dissesto, ma da quanti anni vige l’obbligo del pareggio di bilancio per le gestioni comunali? Se Barzio non avesse avuto i bilanci in ordine negli ultimi vent’anni cosa sarebbe successo? Perché chi ha da sempre operato correttamente deve “pagare” gli errori altrui?
Torniamo a Barzio: con la proposta di delibera si avanza la richiesta alla Corte dei Conti e quindi allo Stato di avvalersi della facoltà di aumentare le aliquote, di fatto quella relativa all’IMU per aumentarne il gettito di circa 300.000 euro che consentirebbero di pareggiare i conti del bilancio.
Barzio, i suoi abitanti, il suo territorio, generano un gettito tributario di circa 26–27 milioni di euro! Si tratta di una stima che si basa sui seguenti dati: l’addizionale IRPEF, aliquota del 3 per mille, vale circa 50.000 euro, quindi il gettito IRPEF di Barzio è pari a circa 15 milioni di euro; su tale base è
presumibile che il gettito IVA sia di circa la metà, quindi 7 – 8 milioni di euro; abbiamo poi l’IRES e l’IRAP e quindi l’IMU con i suoi 2.400.000 euro.
I trasferimenti da parte dello Stato a Barzio, tolte le partite di giro, non arrivano a 2 milioni di euro, cioè siamo a meno del 10% di quanto il territorio e i suoi abitanti versano alle casse centrali! Soffermandoci sull’IMU dei circa 2.400.000 euro, l’IMU cioè Imposta “Municipale”, figlia dell’ICI già “Imposta Comunale”, in realtà al Comune restano sì e no 750.000 euro perché la restante parte rimane allo Stato che ogni anno aumenta leggermente il prelievo: per il 2017 l’aumento è di circa 20.000 euro rispetto al 2016.
Aumentare l’aliquota IMU significa andare a gravare su chi già versa, vuol dire deprimere ulteriormente i valori immobiliari, deprezzare tutto il territorio senza avere risorse tali da alimentare investimenti che possano modificare l’andamento del mercato turistico, cioè del motore dell’economia del nostro territorio.
Bisognerebbe chiedere di limitare o addirittura sospendere il prelievo del fondo di solidarietà dal gettito IMU: invece di trattenere 1.700.000 euro venga lasciata a livello centrale una quota di 1.200.000 o 1.300.000, che sarebbe comunque più del 50% del gettito globale! Una simile scelta garantirebbe l’importo per “far quadrare” il bilancio senza dover ricorrere ad ulteriore
imposizione fiscale. E ciò restando solo in campo IMU: senza valutare il gettito fiscale globale che, tra l’altro, continuando su questa china potrà solo diminuire!
Non ho le competenze per commentare le scelte fiscali di chi tosa la pecora e intanto le preleva anche il sangue; riterrei utile, non solo alla pecora, ma anche al pastore, trattare al meglio l’animale più produttivo perché continui anche nel futuro a dare i suoi prodotti, ma, ribadisco, non sono un fiscalista né tanto meno un politico che gestisce i meccanismi fiscali dello Stato.
Mi sembra veramente eccessivo che sia la pecora a chiedere a chi la tosa, le toglie l’agnello e le preleva anche il sangue, di poter a sua volta prelevarsi un po’ del proprio sangue!
Barzio per il futuro
Paolo Bianchi
Barbara Locatelli
Giovanna Piloni